lunedì 20 agosto 2012

Una richiesta di aiuto

Ti rapisco. E tu ti lasci rapire.Perché sai che so e che ti rispetto.
C'é un errore grammaticale, ho pensato io di getto.
Poi ho respirato e l'ho riletto. So e ti rispetto. Poche parole, una freccia dritta al cuore.
Ho cercato di scansarla. Mi sono spostata per non farmi trafiggere direttamente al cuore.
Sai, non é questo il tempo per perdere la testa. Eh no, io devo mantenermi equilibrata. Io devo essere previdente. Io devo mettermi le ginocchiere, il casco, il salvagomiti prima di sfraccellarmi di nuovo a terra. Mi proteggo cosí tanto con te, mentre mi manco di rispetto da sola con gli altri.
Gli altri. Una parola che la dice tutta. Quali altri? so perfettamente che se guardassi bene chi sono gli altri, non vedrei niente. Il vuoto assoluto. Sono quelli che bacio nel buio delle strade di Londra. Sono quelli che mi mettono una mano sul seno senza neanche avermi chiesto il permesso. Sono quelli che non mi hanno scelta, né tantomeno rapita. Sono quelli che ti richiamano una volta e poi spariscono nel nulla.
Ho bisogno di andare via, mi sono detta. Ho bisogno di scappare, come al solito. Ho passato una mattinata a comprare biglietti aerei per calmare la mia ansia. Io faccio cosí. O scappo o mi metto la zavorra ai piedi per restare in situazioni spiacevoli e poco rispettose. E sbaglio comunque. 
Va bene, prova a rapirmi se ci riesci. Provo a non fare restistenza. Provo a lasciarmi andare un po', ma veramente poco, sai, devo stare attenta a non farmi male. Devo stare attenta a non farti entrare nel mio cuore. Lui é occupato con altro. Lui, il mio cuore, io lo condanno all'infelicità. E lo faccio da sola. 
Forse sto aprendo lentamente gli occhi. Forse la cecità era solo temporanea. Non so, so che devo preparare un valigia per sentirmi un po' meglio. Sai, quando scappo, mi passa.  
Forse devo solo capire che scappare e farsi rapire sono la stessa cosa. Mi aiuteresti a capirlo?

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