martedì 14 agosto 2012

I try

Ci ho impiegato 30 minuti ad arrivare a casa. Le gambe erano di pietra. Non é colpa tua, tranquillo, ma solo mia. Sono io che ho voluto credere a qualcosa che non c'era. Sono io che mi sono convinta, mesi fa. Sono io che mi sono fatta male da sola. Tu non c'entri. Ho fatto tutto io. In quelle date io c'ero, io avrei potuto aprire gli occhi. Io non lo faro' mai più. Io ero impegnata a scrivere su un quadernino i battiti del mio cuore, come un'adolescente. Io staro' attenta la prossima volta, a non scottarmi, a non raccontarmi bugie, a non lasciarmi andare. Mentre torno a casa mi dico che il quadernino per ora lo mando in pensione e forse anche il blog, scrivero' solo degli uccelli che cantano in cielo. Mi dico che se trovo lui sveglio e bello come il sole a casa e mi fa ancora una battuta sulla mia canottiera scollata, lo invito a venire in camera mia e chiudo la porta a chiave. Mi dico che se domani gira bene, me ne frego delle regole, del numero degli appuntamenti e mi addormento su una nuova spalla, tanto per una notte non cambia niente. Mi dico che mi sono rotta di stare con me stessa e i miei pensieri e che stasera chiudo il cuore, lo mando in pensione, con i suoi battiti e i suoi sentimenti. Mi sono detta che questo é un attacco di adolescenza ritardata, l'amore é altro. Mi sono detta tutto questo, con rabbia, con rancore, contro me stessa e la mia cecità. E poi ho bevuto una camomilla e mi sono detta dormi e non ci pensare più. E' un ordine stavolta, Francesca. Non puoi scappare stavolta. Ricorda, quella canzone che ti piace tanto, si sbaglia. Si, proprio quella. Quella che recita:
I try to say goodbye and I choke
Try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not here.
Si sbaglia? si si, Francesca, si sbaglia. 

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