giovedì 23 agosto 2012

La crisi lavorativa del settimo anno

Ma voi lavorate veramente?Io, ad essere sincera, no. Io sono in crisi, personale e lavorativa. Io al mattino mi tiro giú dal letto come se la Marmolada si staccasse dalle Alpi e andasse a farsi un giro in Pianura Padana, per giocare fra i toponi del Po. Mi trascino per le strade di Pimlico prima di andare a lavorare come un morto che si prepara al suo funerale. Al lavoro, sbuffo. Si', passo il tempo a sbuffare, a pensare, a sognare una vita e un mondo diverso (devo essere anche un po' altruista, reminescenze dell'educazione cattolicissima), a cercare di non lavorare. Il perché? non mi piace il mio lavoro, non mi piacciono gli inglesi, non mi piace l'energia e l'ambiente, per non parlare di quei pesantoni e piagnucoloni degli agricoltori. Non mi piacciono occhi da furetto e il neonazista, Sottilette/Madame Butterflies mi snerva con le sue richieste da "dai, portami la luna, qui sulla mia scrivania, per oggi alle due". Non mi piace fare blabla tutto il giorno, meglio andare a zappare dico irriverente, meglio cucinare tutto il giorno e stirare per una banda di 9 marmocchi. Ecco, penso tutto questo. E non lavoro. E poi c'é quel cavolo di muscolo in mezzo alle mie tette (non proprio in mezzo, ma naturalmente e ideologicamente a sinistra), che non tace un attimo e mi distrae. Mi dice "Scegli lui", mi dice "Go for a ride with him, just once", mi dice "Che cretino, peró", mi dice "Stai perdendo tempo"...e cosi mi perdo, mi perdo fra le strategie di comunicazione, le mail a cui rispondere, i report da scrivere, i coltelli dei tedeschi da scansare.
Questa é proprio una crisi. E' proprio la crisi del settimo anno (io non ho mai avuto storia da sette anni, ma ho sperimentato quella del terzo mese, del terzo anno, del non decolla proprio e non decollerà mai). Io sono sposata col lavoro da sette anni esatti...e ora voglio smettere. Ora voglio vivere. Non stare seduta in un rumorosissimo e scomodo open space. La vita, scusate, é fuori. L'azione é fuori di qui. E allora, non posso lavorare...devo andare lí, fuori.  

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