mercoledì 15 agosto 2012

La dura legge del gol

Ti svegli di pessimo umore. Ti dici "quasi quasi, mi do' per malata". Stavolta non sono gli ormoni, loro ti hanno lasciato tranquilla. Non hai voglia di andare a lavorare, di vedere quelle due facce dei neonazisti e i loro monologhi al vento. Sottilette ha dimostrato di non capire niente. Sai che non cambierà niente. Devi aspettare la fine di questo contratto, prenderti le mensilità che restano e mandare giù il rospo. Tu che volevi cambiare il mondo ti sei trasformata in un'impiegata pubblica, che scalda la sedia per 7.30 ore al giorno, non un minuto in più, ma forse qualche in meno. E poi c'é questa benedetta vita privata, che non decolla. C'é l'ennesimo date, se l'hai interpretato bene, l'ennesima illusione, l'ennesima preparazione pre-appuntamento che ti fa venire l'ansia da prestazione, a te, che sei una donna. Tu stasera gli vorresti dire "caro, io non sono innamorata di te, tu non lo sei di me, ma forse ci possiamo convincere per il futuro. Io ho 32 anni, tu 36, non siamo dei bambini. Poi scusa, hai mai sentito parlare di ottimizzazione del profitto? ottimizziamo e fingiamo di essere presi, presissimi, innamoratissimi, cosi' ci togliamo da questo carnaio, da questo giro di telefonate a cui non rispondere, di appuntamenti e baci da scansare. Ti concedo una vita, non ti rompero' per niente, cucinero' il tuo piatto preferito e mi faro' piacere la tua amica che mi rompe tanto. Non avro' mai mal di testa e ti diro' sempre di si'". E invece stasera finirai a mangiare la lasagna, piena di pomodoro che tu odi, e a sorridere alla sua amica che ti guarda in cagnesco, mentre ti sarai profumata, incremata, preparata all'uso.
Dai, vai a prepararti. Oggi neanche il tuo coinquilino e le sue battute sulle tue tette al vento passano. Ti guarda e ti dice "non va, eh?". Tu annuisci e fili sotto la doccia. Cosa vuoi fare, é la dura legge del gol, no? 

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