mercoledì 6 luglio 2016

La mano sulla spalla

Il mondo qui é cambiato. Mi sono svegliata alle quattro del mattino di dieci giorni fa e non ho trovato lo stesso mondo di tre ore prima, quando mi ero addormentata. 
Ora viviamo in un mondo fatto di nebbia spessa, che quella della Pianura Padana gli fa un baffo. Non sappiamo cosa succederà. Lavoriamo peró tanto. Siamo stanchi. Siamo distrutti. La sera io crollo ovunque. Anche sulla sedia se potessi (e forse é per questo che abbiamo smesso di usare il tavolo per mangiare e ci accampiamo io e te sul divano). 
Penso che me lo ricorderó a vita questo momento. Te ne parleró. Te lo racconteró.  Tu me ne chiederai davanti al minestrone della sera. Nella cucina calda, come al solito di sentimenti, e con la luce gialla che avremo (la troveró una luce gialla per la nostra cucina).
Ti racconteró l'incertezza perenne. La stanchezza costante. La paura a volte di fare sentire il mio accento. Perché sai, io in francese, riesco quasi a nasconderlo, ma non in inglese. Sono ancora un'estranea. Una straniera.
Ti racconteró la pesantezza del cuore. I preparativi di un matrimonio infiniti, quando io poi penso sotto sotto "ma tutto questo per poter passare la mia vita con quest'uomo che amo e con cui desidero diventare una cosa sola?".
Ti racconteró anche della presa di coscienza di questi giorni difficili. Quando ho capito che io non sono come loro e loro sono diversi e io non voglio essere parte di quell'insieme mai piú. E voglio proteggere te da tutto questo. Perché io non ho potuto scegliere, ma io lo posso fare per te. Te l'ho promesso questo, nel nostro patto segreto o forse nei nostri patti segreti sotto i cieli di Londra e altrove. Ti ho detto "io ci saró sempre" per proteggerti. E' quello che voglio. Per te solo amore e cose belle, ti ho detto. Quelle brutte, te le addolcisco io, forse solo con le parole. 
Poi oggi camminavo per Saint James Park, mentre tornavo da un incontro di lavoro. C'era il sole, faceva quasi caldo. E mi sono sentita benissimo. Mi sono sentita sí stanca, sí affaticata, ma stavo benissimo. C'eravamo io e te e tanto amore. E ho pensato alla tenerezza che ho provato di fronte al mio certificato di nascita stamani, quando ho letto di quella bambina nata alle 7.10 e chiamata Francesca. Me la sono vista davanti quella bambina. Piccola, che sguscia via e viene al mondo. Che piange nella completa incoscienza di quello che sarà la sua vita. 
Ed ho sentito la solita mano che sento in questi momenti. Una mano che dall'alto mi prende e mi stringe la spalla. Per dirmi, tranquilla va tutto in ordine. Tranquilla, tutto si aggiusta. Tranquilla, io veglio su di te. Io gli ho fatto l'occhiolino a quella mano e ci ho appogiato la mia sopra. 
Il bene trionfa sempre. Te lo diró presto. 
Fai il bene e lo riceverai. Sii riconoscente sempre. Sii grato.
E la vita ti darà tesori. 
Come te.