venerdì 17 agosto 2012

La filosofia delle piccole cose

Ho vissuto in un tunnel nero, scuro, freddo per mesi. Mi svegliavo, lavoravo, uscivo, fingevo di divertirmi a testa bassa, senza mai guardare il cielo. Era una routine, un tentativo di stordirmi, di non pensare, di dimenticare. Mi sentivo sola, mi sentivo persa. Parlavo poco di come mi sentissi, ma camminavo in continuazione, di giorno, di notte. Cercavo il fiume, il Tamigi, perché mi rasserenava vederlo lí sotto i miei piedi, placido, sereno, imperturbabile. Ho pensato di farla finita talmente non vedevo la luce del sole, perché il buco nero che avevo in petto mi risucchiava, mi bloccava il cuore e lo stomaco, non mi faceva respirare. Perché ero ridotta cosí? per un insieme di cose, di sbagli, di frustrazioni accumulate nel tempo. 
E poi un giorno mi sono svegliata e qualcosa é cambiato. E' successo all'improvviso, non era previsto, tantomeno voluto o studiato a tavolino. Ho sentito di aver toccato il fondo, ho sentito che dovevo risalire. E lí, ho iniziato a credere nella filosofia delle piccole cose. Ogni mattina cercavo di trovare un incentivo ad andare avanti. Il sole che splendeva in cielo, il ragazzo di turno che mi spediva un messaggio carino, l'uscita divertente con le amiche, il biglietto aereo per una nuova città da vedere ed esplorare. 
Cosí sono uscita dal tunnel. Cosi ho ricominciato a sorridere, esitante all'inizio, fiera di farlo ora. Cosí ho sentito le persone care dirmi "stai meglio, si vede, sei di nuovo Francesca, quella di sempre, quella sorridente e solare". E' stata dura, e' stata durissima. Ho avuto delle ricadute, sono tornata nel tunnel a testa bassa, con le ginocchia rotte. Ma ora so che é finita. 
Ho pensato a tutto questo mentre tornavo ieri sera a casa e giocavo a campana fra i tabelloni della mia strada. Cammino sempre molto lentamente, mi gusto ogni passo, assaporo quanto ho vissuto nella giornata. E mi ripeto che la vita va vissuta per quella che é. Si cade, ci si rialza. Il cuore smette di battere e poi all'improvviso riparte. Il mio ora batte. Batte per me stessa. Batte per chi non mi vuole. Batte per i miei affetti, i miei amici, la mia famiglia. E io cammino di notte per le strade di Pimlico, a volte stanca ma serena, senza tornare nel tunnel. Chiuso, archiviato, sigillato.

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