lunedì 30 aprile 2012

Oltre la Manica

Il sorriso sulla bocca. La pace nell'anima. Il cuore che batte. E poi ti ritrovi di nuovo nella metro, vedi un paesaggio diverso, senti un odore diverso. Cammini per strada e ti senti di nuovo una straniera, lontana da casa, lontana dalle tue radici. Il tuo umore diventa sempre piú nero, ma vai avanti, cerchi di entusiasmarti di fronte alla luna che splende in cielo, alla pace delle strade di Pimlico. Arrivi a casa, vedi la luce accesa e l'umore peggiora ancora di piú. Dentro, il solito odore stantio, il solito disordine, il solito sporco. Tu non guardi nessuno, saluti a malapena, solo perché bisogna essere educati. Oggi esci per strada e ti chiedi dove sei, dove sei finita, perché vivi una vita che non vuoi vivere. Un fine settimana non puó cambiare una vita, ma continui a pensare a quei momenti di condivisione, a quel balcone strettissimo, a quella sigaretta condivisa che ci bruciava le labbra, a quelle due notti lunghissime, che sembravano non finire mai, perché il mattino non voleva arrivare, ci voleva solo dare piú tempo per parlare e stare insieme. Cosa mi aspettava a Londra? Chi mi aspettava qui? niente, nessuno. Qui ci sono solo io, con le mie forze, le mie arrabbiature, le mie frustrazioni, le bugie che dico a me stessa per andare avanti, come guarda c'é il sole, guarda esci con gente simpatica, guarda che bei paesaggi, guarda come stai bene. Tutte balle, che racconti a te stessa, mentre quello che vuoi é altrove, ben oltre la Manica.   

La lettera d'amore

Sai quelle lettere che avresti sempre voluto ricevere, quelle che ti tolgono il respiro, quelle che sono fatte di sospiri e sogni, quelle piene di frasi di chi é perso, disperato, innamorato? Quante di quelle lettere hai ricevuto nella tua vita? non molte e te le ricordi bene, le puoi addirittura contare sulle dita della mano. Hai letto libri basati su quelle lettere, in cui la storia gira intorno a chi le ha scritte, a chi ha avuto il coraggio di prendere carta e penna e rivelare i propri sogni, i propri desideri, i propri battiti del cuore.
Oggi hai visto la busta e hai capito. Non c'era bisogno di aprirla e di leggerne il contenuto. Il destinatario era chiaro, il contenuto anche. Hai provato una grande frustrazione, ti sei detta che ancora una volta ottieni qualcosa da chi non vuoi, da chi non desideri, mentre chi vorresti non c'é, gioca il ruole dell'absent friend. Non sei riuscita a leggere piú delle prime cinque righe. Hai rimesso i fogli nella busta e l'hai nascosta, perché non vederla significava negarne l'esistenza. E poi il nervosismo ha iniziato lentamente a divorarti, sottraendoti la pace e la serenitá acquisita in questo weekend. Il n'y a rien a faire, ti sei detta, il faut oublier, classer, jetter à la poubelle les souvenirs. Il faut prendre de l'élan, il faut aller au-délà. Devi accettare che il silenzio puó essere il vuoto, che solo rararmente é pieno di parole e nel tuo caso é arido, secco, inanimato. Proprio come il tuo silenzio nei confronti dell'innamorato che ti ha scritto la sua lettera d'amore. Vuoto, secco e arido. Niente di piú. Et surtout à oublier, effacer, nier.   

venerdì 27 aprile 2012

Temporali primaverili e non

Vuoi sapere come mi sento oggi? strana. Agitata come sempre quando vado via, come se tornare sul continente significasse perdere qualcosa, abbandonare una parte di me per ritrovarne un'altra altrove. Euforica, perché so che staro' bene, come al solito, che dormiró profondamente in un letto non mio, che cammineró perdendomi fra i pensieri.
Cosa voglio? l'assenza del pensiero, l'assenza di battiti nel mio cuore, certezze, piú certezze e una maggiore sicurezza. Per ora una sola certezza si impone davanti ai miei occhi: la frustrazione si trasforma in cattiveria se non assecondata e placata. E' quindi tempo di stemperarla, addolcirla, moderarla.  

mercoledì 25 aprile 2012

These days

Domani ti chiedero' di portarmi al Belga per la solita Blanche avec un petit morceau de citron. Dopo ti chiedero' di andare al Cobra, a ballare come eravamo abituati, un po' brilli e pieni di ilarità e tu mi riporterai a casa come al solito in bicicletta. Poi andremo a correre fra le papere di Flagey e ci fermeremo per la solita glace chez Capoue. Mangero' une tartelette aux fraises au Pain Quotidien con la mia amica, mi siedero' in una cucina pulitissima dove un'altra amica mi avrai preparato il più buon caffé del mondo e l'ascoltero' dire te l'avevo detto, io avevo un presentimento. Tornero' a ballare per festeggiare la pendaison de cremaillère e so già ora che saro' felice, felicissima. Mi perdero' ancora una volta fra i titoli di Filigranes, andro' a vedere cosa danno al Vendome per segnarmeli sul quadernino che mi porto sempre dietro, camminero' in una Chaussée d'Ixelles strapiena di vita e di persone. Finiro' a comprare chili di thé al Palais des thés, gustandone l'odore e il sapore. Qualcuno mi accompagnerà alla stazione, col cuore piccolo, stretto in un pugno, io diro' la solita frase, quella che recita che la vita é strana e che ti rendi conto del valore delle cose solo quando le perdi. Tutti mi diranno "prends soin de toi, Francesca, tu sais, c'est important". E io rispondero' certo, lo faro', je t'assure, ça va mieux, même si de temps en temps ça fait encore mal. C'est quoi qui fait mal? L'aver dovuto abbandonare tutto, in quindici giorni, 7 anni di vita costruita giorno per giorno, a fatica, ingoiando le lacrime e i sorrisi, facendo a volte il patto con diavolo per poter andare avanti. 7 anni salutati non per scelta mia, ma per scappare via dall'orco del momento. Et ça, mon chéri, c'est ma faute, que ma faute. Ma non é il momento, é controproduttivo, quindi pensiamo a domani, alla prossima volta che rivedremo, alle vacanze che si avvicinano, al prossimo amore o pseudotale. Et à la prochaine, mon cher ami. 

martedì 24 aprile 2012

25 Aprile

Quest'anno il 25 Aprile ha il sapore di una serata fra amiche o pseudotali. Ha il sapore di una fame atavica che ti ha preso per saziare il vuoto che senti ogni tanto nella tua vita. Ha il sapore di un abbraccio, scambiato quasi per fare pace, quasi per chiedere scusa, quasi per dire dimentica, quasi per consigliarti di andare avanti, quasi per dirti addio. Ha il sapore di un messaggio spedito troppo tardi, quando tu avevi già deciso che lui poteva essere quello giusto, giusto per fare il tappabuchi o il chiodo che schiaccia un altro chiodo. Ha il sapore di una dichiarazione di colpa che dice "si, ero io, ero passata per chiederti di salvarmi". Ha il sapore di te che cammini di notte sola per le strade di Pimlico, fra le solite case bianche, con in mano un muffin e mezzo, mentre ti ripeti mai più, mai più diro' la verità dura e cruda. Ha il sapore della necessità di andare avanti, anche se tu vorresti restare li'. Quest'anno il 25 Aprile é un giorno pesante, che avevi pensato diverso, pieno di altro. Ma anche quest'anno é passato, archiviato, forse dimenticato. O cosi' ti convinci che sia. 

lunedì 23 aprile 2012

Same mistake

Sai, sono contenta perché venerdi' sera mi siedo di fronte a te. Sai, sono contenta perché mi hai detto portati le scarpe e sabato mattina andiamo a correre. Sai, sono contenta perché mi manchi ogni giorno, con le tue trovate e la tua lingua incomprensibile. Ti ricordi che io ti dico sempre "bisogna inserire i sottotitoli quando parli", perché sai essere incomprensibile. Sai, forse mi manchi solo per la mia solitudine, non per altro, e questo mi paralizza, mi blocca. Sai, forse voglio solo sovrapporre la tua faccia a quella di qualcun'altro nel mio cuore. Sai, faccio sempre lo stesso errore: amo una persona e ne scelgo un'altra.
So while I'm turning in my sheets, and once again I cannot sleep. Walk out the door and up the street. Look at the stars beneath my feet. Remember rights that I did wrong. So here I go.

I dubbi

I dubbi sono cosí, sono scaltri. I dubbi ti svegliano alle sei del mattino quando albeggia e ti si presentano davanti. Li vedi lí, accanto a te, mentre tu sei ancora stesa, mezza addormentata nel tuo letto. I dubbi sanno essere infimi, strisciare fra le pieghe della tua coscienza e palesarsi all'improvviso nella tua mente. I dubbi te li porti sempre dietro e spuntano in continuazione, mentre attraversi la strada, mentre cucini, mentre lavori. I dubbi ti chiedono se sei sicura di fare la cosa giusta, di aver fatto la scelta giusta, se esiste una strategia da seguire. I dubbi si mescolano alla tua incredulitá di fronte alla vita, di fronte alle scelte che ti vengono imposte, di fronte alla stanchezza che senti sempre nelle tue ossa. I dubbi ti rubano il sonno e la serenitá. Stamattina sono venuti a svegliarti, ma tu sei riuscita a cacciarli. Hai visto il cielo albeggiare, hai sentito che era troppo presto per ricominciare a pensare e per la prima volta dopo mesi, ti sei riaddormentata. Per svegliarti un'ora dopo con i soliti dubbi in testa.

domenica 22 aprile 2012

Maida Vale

Maida Vale é un momento di felicità, breve, rapido, da stringere fra le mani. Maida Vale é camminare fra le barche e fingere di non essere a Londra, ma 10000 km altrove. Maida Vale é un localino sul canale, la pace e i sorrisi. Maida Vale é un odore nuovo, un profumo nuovo, un sapore nuovo nella mia bocca. Maida Vale sono gli occhi che bruciano, ma che non versano lacrime. Maida Vale é una promessa, quella di provarci, senza pero' promettere un risultato. Maida Vale é un bottiglia di vino che non volevo bere e che alla fine ci siamo scolati. Maida Vale é quella canzone che mi fai sentire e che recita hot as a fever, rattling boundes, I could just taste it, and if it is not forever, if it is just tonight, it still the greatest.

giovedì 19 aprile 2012

Avrai

Sei tornata a casa ubriaca. L'hai fatto con coscienza, l'hai fatto perché ti andava, l'hai fatto per il disgusto che provi, l'hai fatto perché la sensazione ti piaceva, ti sentivi leggera ed incosciente, l'hai fatto perché sapevi che nel weekend non lo avresti potuto fare, dovevi tornare a essere una brava ragazza, di quelle da ammirare, fingere di amare e scaricare quando ci si stanca. E mentre vagavi di nuovo per le strade di Pimlico, per fartela passare, per trovare il sonno, la tua amica ti ha chiamato per dirti mi sono innamorata, ho il cuore in bocca, é lui, é lui. E tu hai ascoltato, le hai detto che adori quel momento, quella sensazione, you know what is like, l'hai provato anche tu. Non le hai detto stai attenta, ma solo goditi il momento, vediamoci al più presto che mi racconti, me lo fai conoscere, vieni a mangiare da me, cosi' mi spieghi tutto per bene. E poi mi hai chiesto e tu? e io? e io ho tutto quello che voglio, devo fare solo una scelta, fra andare avanti o fermarmi, tra dimenticare e vivere e credere ancora, tra scappare e fermarmi. Ho una data, un incontro fissato, a cui devo decidere se andare o no, perché ho un po' l'impressione di doverci andare perché non ho scelta, perché c'é un momento in cui devi andare avanti, voltare pagina, non puoi continuare in questo modo, vuoi smettere di cercare palliativi, di scappare. Perché se ci vado é una cosa seria, non é uno scherzo, perché non siamo più bambini, perché lui é un uomo e io una donna, perché non voglio giocare, pero' non ne ho voglia, pero' non é quello che voglio, pero' non so, pero' non voglio get lost once again, perché voglio solo sentire il mio cuore tacere, spegnersi, immobilizzarsi.
Avrai una sedia per posarti ore vuote come uova di cioccolato ed un amico che ti avrà deluso tradito ingannato, avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano, camminerai dimenticando, ti fermerai sognando. 

Fast car

Ieri pomeriggio é arrivato il biglietto aereo. L'ho guardato a lungo, ho letto Milano e naturalmente ho pensato a te. Ho pensato a quanto tempo é passato, ho pensato che il bene resta, nonostante tutto, nonostante i chilometri, le scelte della vita e il silenzio, cercato, imposto e condiviso. E poi ieri sera tardi, prima di andare a dormire, é arrivata la tua e-mail. Non pensavo che mi avresti scritto, pensavo fossi arrabbiato, pensavo fossi deluso da me, dalla mia scelta, dal mio comportamento, dal mio cercarti e poi escluderti. Mi hai scritto parole vere, mi hai scritto parole sagge ed ho capito che il bene conta, tanto, tantissimo. Avrei voluto risponderti, dirti che so che sei cambiato, che ho immaginato le tue giornate piene e belle, un figlio per me é l'esperienza della vita, che ti cambia, ti migliora. Avrei voluto scriverti anche io sono cambiata, sono cresciuta, sono diventata una donna, anche se stento a crederci, a volte un po' graffiata dalla vita, a volte ricompensata, a volte sempre persa nei meandri della mia anima e dei miei pensieri. Una donna come quella che ho visto oggi riflessa nel bus che é passato, mentre aspettavo di attraversare la strada e che stento a credere di essere io.
Non ho risposto, ho solo letto le tue parole e le ho seguite alla lettera. Hai detto cose vere, hai saputo ancora una volta capirmi nonostante questo lunghissimo silenzio. Mi hai chiesto un rapporto vero, di pura amicizia. Ci rifletteró, sai, cercheró realmente di capire cosa voglio. So che vorrei ritrovarti perché mi conosci meglio di quanto io mi conosca, i sentimenti cambiano, la vita ci cambia. E forse in una Milano calda di primavera prenderó il telefono e mi siederó davanti a te, come ho fatto tante volte in questi anni, senza perdermi piú nei tuoi occhi, ma forse nel tuo cuore, nelle tue emozioni, nella tua vita. E parleremo come abbiamo fatto per anni, come amici, come innamorati, come di nuovo amici.   
You got a fast car and I want a ticket to go anywhere. Maybe we make a deal. Maybe together we can get somewhere, anyplace is better. Starting from zero got nothing to lose. Maybe we'll make something, but me myself I got nothing to prove. Come ai vecchi tempi. Come in quella cucina, sul quai de la Meuse. Senza pretese, se non l'amicizia.

mercoledì 18 aprile 2012

Video Games

Alle sei hai aperto gli occhi. Alle sei ti sei detta che noia, mi é successo ancora. Alle sei hai sentito la bile salirti in bocca, la nausea palesarsi di nuovo. Sei scesa in cucina, hai tirato fuori gli ingredienti e hai iniziato a cucinare. C'eri solo tu, era sporco intorno a te, ma non ti importava. Dovevi fare altro, dovevi non pensare al presente e al futuro. Non ti sei neanche chiesta per quanto tempo ancora cucinerai in quella cucina, hai solo apprezzato il silenzio e il rumore della lavatrice che andava. Non hai voluto pensare alle tue coinquiline, hai fatto finta che in quella cucina ci fossi solo tu e gli ingredienti per la tua ricetta. Ti sei detta che se é tornata l'insonnia un motivo c'é, sempre il solito o forse i soliti. It's you, it's you, it's all for you. Everything I do, I tell you all the time. Heaven is a place on earth with you. Tell me all the things you want to do. I heard that you like the bad girls. Honey, is that true? It's better than I ever even knew. They say that the world was built for two. Only worth living if somebody is loving you. Baby now you unlikely do. 
Con questa certezza, sei riuscita a rispondere a tono ad una domanda insolente, senza alzare i tuoi occhi dal libro o dalla tazza di thé. Con questa certezza sei andata a lavorare e hai affrontato un'altra giornata e i tuoi colleghi antipatici. Con questa certezza tornerai in quella che dopo tutti questi mesi non senti ancora casa tua e penserai solo a te stessa e al tuo beneficio. Con questa certezza vivrai i giorni a venire, senza contare piú su niente e su nessuno. Come in un video games...tu sola contro tutti, contro tutto, contro questo mondo che non ti piace per niente.  

 

martedì 17 aprile 2012

Mani giunte

Non me ne frega niente se c'é cattivo odore in cucina, perché avevo voglia di pesce e l'ho cucinato. Non me ne frega niente se voti a sinistra, perché non siamo qui per parlare di questo. Non me ne frega niente se non sei d'accordo che mi faccia un altro bicchiere, perché questa é la mia vita e ultimamente mi aiuta a non pensare. Non me ne frega niente di com'é andata la tua giornata, perché la mia é stata pesante. Non me ne frega niente di sapere che voi non volete pagare per noi, perché é un problema vostro. Non me ne frega niente se non sei felice, perché hai reso infelice me. Non me ne frega niente se non mi vuoi dare quello che mi spetta, perché dimostra la tua piccolezza, la tua falsità. Non me ne frega niente se mi vuoi vedere, perché io non ho voglia di perdere tempo. Non me ne frega niente di sorriderti per educazione, perché vorrei dirti che non ti sopporto. Non me ne frega niente se sei sposato, perché resti un uomo affascinante. Non me ne frega niente di trovare un obiettivo alla mia vita, perché navigo nel buio.
Pregherò affinché tu possa avere tutto ciò che vuoi soldi macchine e una donna al giorno e la possibilità di avere tutto e subito senza aver bisogno di essere mai perdonato. I said fuck you, you will never know what' s goin' on with my mind, so you better watch out.


lunedì 16 aprile 2012

Rispetto per te stessa

Senti, te lo voglio dire. Oggi sto benissimo e so il perché. Sto bene perché delle volte sono capace di fare miracoli con me stessa e con il mio cervello. Oggi sono elettrizzata da mille cose, oggi mi sento forte fortissima. Sono situazioni pericolose, lo so, perché quasi sempre il giorno dopo mi cade il soffitto addosso. Oggi sono contenta perché non pensavo ci saremo visti di nuovo e invece sará cosí e per questo mi sono detta che forse dovevo credere ancora, dare una chance a me stessa e alla mia vita. Domani indosseró il mio sorriso migliore, domani cercheró di lasciare a casa la tristezza, perché é inutile portarmela dietro e saró contenta di vederti di nuovo. Questo forse significa voltare pagina, molto piú di negare la realtá, bere per dimenticare o scappare da tutto e tutti, per poi finire nei pasticci. Forse questo significa semplicemente avere rispetto per se stessi.  

Sweet about me

Lascia stare, non parlare. Sai, sono stata a letto tre ore in totale e ne ho dormite solo due. Si', é anche colpa tua. Non so cosa ci faccio qui, ma ormai ho preso gusto a vivere cosi', on the spot. Vuoi sapere come sto? ti dico solo che non ho voglia di parlare, non sono in grado. Ieri sera i pensieri non sono andati via neanche con il vino, neanche dopo aver camminato nel buio pesto per tornare a casa. Hai già notato quanto é buia Londra di notte? A me piace molto, mi sembra di scomparire in quel buio, di non esistere. Stamattina mi sono svegliata e ho pensato che alcune volte questa realtà é peggio di un incubo. Eppure io sto bene. Ho un buon lavoro, ho degli amici che mi vogliono bene, che si preoccupano per me, inizio ad avere delle responsabilità al lavoro. E' quello che voglio, sai, ma sto morendo di paura. E' un po' come la vita, fa cosi' paura viverla, no? No, non sto piangendo, mi lacrimano gli occhi in continuazione. Vuoi la verità? penso che mi divertiro' in questo weekend, sarà faboulous, o brillant, usa pure l'aggettivo che preferisci. Pero' io mi sento a pezzi e mi sento cosi' da un po'. Non so neanche perché é iniziata, ma non vivo bene, sopravvivo e ultimamente non faccio altro che scappare. Mi costringo a recitare una parte, mais je m'embrouille, j'ai du mal à cerner la réalité. Scusa, oggi l'inglese non passa, sono troppo stanca, torno al francese, che é stata la lingua della libertà, del sogno che diventa realtà, della realizzazione. No, non voglio niente, mi viene da vomitare, penso sia la stanchezza, penso sia io, penso sia la situazione. Penso che sia perché sono una cretina che se ne sta seduta qui, ma vorrebbe essere altrove. Dove? Magari l'avessi capito, magari lo sapessi.  

venerdì 13 aprile 2012

Chiama di notte

Ti sei detta non ne ho voglia. Non ho voglia di non esserci, non ho voglia di lasciare Londra, anche se solo per un fine settimana. Io volevo andare a correre, io volevo dormire nel mio letto questo fine settimana, io volevo camminare di notte per le strade deserte, io volevo riempirmi l'agenda di impegni per evitare di pensare, io non sono pronta. Questo é il tuo problema: tu non sei mai pronta. Pronta ad affrontare il passato, pronta ad affrontare il presente, pronta a pensare ad un eventuale futuro, pronta a guardare due occhi azzurri e a dare delle risposte a domande scomode, che non hai voglia di ascoltare. Eppure farai la valigia, ti forzerai a dormire in un letto che non é tuo, ti farai coraggio e affronterai due occhi azzurri e molti altri, affronterai il presente, lasciando da parte il passato e il futuro.
Ricorda almeno quante volte hai sorriso, ricorda almeno che la notte ci ha visti, distesi e stanchi in una stanza che era un mare infinito, chiamami di notte, fallo questa notte. 

giovedì 12 aprile 2012

Niebla en el bigote

Lasci Madrid sotto una coltre di nubi. Strano, ti aveva accolto col sole, col caldo. Tre giorni con te stessa, sono volati fra i pensieri, le parole scritte e scambiate, gli incontri fortuiti e cercati. Hai scritto tanto cosi' come hai pensato tanto. Ti sei ripetuta tante volte lascia stare, relarivizza, la vita merita di essere vissuta col sorriso, non saresti stata felice altrimenti. Si, perché sotto sotto sei felice cosi', nella tua libertà, nel tuo non dover rendere conto, nel tuo non dover sopportare nessuno.
Madrid é stata una lunga passeggiata nella tua anima, negli andri più bui dei tuoi silenzi, nell'angoscia della tua insonnia. A Madrid hai guardato al futuro, facendo l'occhiolino al passato, per dirgli lo so che ci sei, ma resta li', perché non so cosa farmene di te, ci sono aspetti che non rientrano in nessuna delle categorie mentali che mi sono costruita in anni di lavoro su me stessa.
Madrid é la pelle di un uomo che graffia, un vaso di vino tinto e un sorriso al Mercado San Miguel, la solitudine e il silenzio dei corridoi della metro, le urla della gente per strada, tradizione che blocca il progresso o che lo fa vivere sotto menzogna.
Madrid é un sogno realizzato dopo quattro anni di attesa, un sogno che sa di indipendenza, coscienza di se stessi e accettazione o quasi della realtà. Madrid fa un po' male, ma mai quanto quello che hai vissuto in passato. Il peggio é andato, archiviato. E il meglio deve ancora venire,a Madrid o altrove.  

mercoledì 11 aprile 2012

Le tasche piene di sassi

Chiudi la porta del bagno e ti senti le gambe tremare. Le guardi e vedi che tremano veramente e ti dici che non puoi andare avanti cosi'. Non puoi reagire cosi', neanche fossi una ragazzina al primo appuntamento. Ti chiedi come fare a tornare al tavolo e allora decidi di scappare. Trova una scusa e vai a casa, é abbastanza tardi per andare. E' cosi', quando capisci che ti puo' interessare veramente reagisci in questo modo, tu che ami fare la donna vissuta. Cosi' torni al tavolo, prendi le tue cose e saluti, inventi che devi andare, sai non so se trovo l'autobus, non ti preoccupare, vado da sola, sai, preferisco, magari ci vediamo venerdi', ma sono già impegnata, ho una cena. E fuggi via.  
Prima di tornare a casa ti fai il solito giro per le case bianche di Pimlico. Fa freddo pero', ma cammini e metti a posto le idee, che a posto tanto non ci vanno. E allora ripensi a quella sorpresa trovata sulla tua scrivania oggi. Un libro con un post-it attaccato sopra. Un libro in italiano, per farti piacere, da qualcuno che non conosce la tua lingua e non si rende conto che ti ha regalato un libro che non é da regalare. L'ho comprato pensando a te, ti ha detto, e tu perdoni, anche se non vuoi finire a fare la spogliarellista come la protagonista del libro. Dici solo grazie per aver pensato a me, é il gesto che conta. Questo non lo devo nascondere, con questo ci posso dormire accanto, perché non fa male, anzi a momenti conforta, con il suo post-it bianco sulla copertina e quella calligrafia perfetta, fa dimenticare il passato che vorrebbe essere presente.
Sono sola stasera senza di te, mi hai lasciato sola davanti al cielo e non so leggere. Vienimi a prendere, mi riconosci, ho le tasche piene di sassi.   

martedì 10 aprile 2012

Strangers in the night

Me puedo sentar aqui? Tu lo guardi e pensi che non hai voglia di parlare, di fare uno sforzo. Ma non fai in tempo a rispondere che é seduto accanto a te. Non é lontano, non é vicino, ma senti il suo odore, che sa di bucato appena steso. Ti chiede se sei spagnola. Tu rispondi. Lui ti dice lo sapevo sai, una spagnola non avrebbe mai accettato. Tu rispondi un'italiana neanche. E ridete. Quella risata rompe un po' il ghiaccio, apre lo spazio per una condivisione, anche parziale, anche temporanea, anche minima. E poi il tempo va, vola a momenti, una copa de vino finita, una nuova che arriva. Sorrisi, risate, spagnolo a momenti incerto, a momenti fluido. E poi arriva il momento di rientrare, di salutarsi. Camminiamo verso la prossima fermata della metro, incontriamo un vecchio che suono il sassofono. Strangers in the night, potrebbe sembrare un film. Niente di più indicato, niente di più vero. Non so neanche se il nome che mi hai detto é vero, ma so che ti piacciono le empanadas de atun con un vaso de vino tinto. So che Paris é la tua città preferita e che tifi Barcelona. Alla metro lascio le mie scarpette da Cenerentola, torno alla mia realtà. Domani prendero' l'aereo, domani saro' a casa, domani ti avro' dimenticato. O forse usato per quel famoso libro, di cui non ti ho parlato, quello della mia vita, quello delle nostre vite.

Vado permanente

Uomini belli, massicci, che graffiano con le loro barbe. Sporcizia e povertà. Architetture grandiose, ma che stonano. Voglia di cambiamento e tradizione. Sole, calore e voci che si alzano per strada. Parole in quattro lingue che si mescolano nella mia bocca e nel mio cervello. Profumi e odori diversi che si confondono. Tristezza, gioia e soddifazioni che si incrociano, si salutano, si detestano e si amano. Sole fuori e sole dentro. Nella mia anima. 

Frammenti e mozzarelle in scadenza

Pensavo di averti persa per sempre. No, ero io ad essere persa, con me stessa, senza me stessa, arrancavo, non vedevo la luce, sbattevo contro le pareti della mia esistenza. Ma tu non mi hai mai persa, anzi, non mi perderai mai. E come mi vedi? come vedi questa storia? Non lo so, non ho la palla di vetro, forse ne sai più te di me. E perché? perché tu sai tutto di astri, io quando mi innamoro chiedo sempre a te, ti chiedo dai dimmi come andrà? é lui l'uomo per me? e io sbaglio sistematicamente. Eh si, l'ultima volta mi hai detto che era l'uomo della mia vita e io ho addirittura cambiato città, lavoro e stato. Tu ridi ora, eh? Ti do' solo un consiglio: metti una data di scadenza. Cioé? Fissa una data limite alla tua pazienza, al tuo cuore. Se quello che vuoi non succede entro quella data, lascia stare, fuggi, concentra la tua attenzione su qualcun'altro o ancora meglio su te stessa. E tu l'hai fatto? si, mi sono data sei mesi e poi me ne sono virtualmente andata. Ma é un uomo, non é una mozzarella? Lo so, ma anche io sono una donna, non un oggetto. L'ho fatto per me, per il mio cuore, per la mia vita. La data di scadenza, mi dici tu, é il segno di rispetto per se stessi. Senti, ma cosa dice Fox per questo mese di aprile? Dice che martedi' e mercoledi' saremo in crisi. Eh ma no, ma allora ci si accanisce proprio contro di noi...meglio tornare ai cappelletti!

To love somebody

Mi siedero' davanti a te e ti ascoltero'. Tu parlerai, all'inizio sarà un po' dura, sospirerai e tirerai fuori il tuo magone. Io ti ascoltero', prendero' nota mentalmente, sentiro' una morsa sul cuore di fronte ai tuoi occhi persi nel vuoto, che chiedono perché, perché é successo, perché proprio a me. Io staro' zitta, io faro' finta di aver poco da dire. Non ti raccontero' i silenzi della mia esistenza, i momenti di gioia, né quelli di smarrimento. Non ti diro' del mio cervello che lavora sempre, che non sa fermarsi mai, dei sussulti del mio cuore, delle mie lunghe notti, prima insonni, ora di completo abbandono. Non ti raccontero' neanche del fatto che non riesco a ricordarmi quando l'ho visto l'ultima volta, lui, si proprio lui, quello che per anni é stato il detentore del mio cuore, dei miei sentimenti, l'uomo per me. Non ti raccontero' neanche del fatto che ieri ho pensato ad un altro, perché era il suo compleanno, perché ha festeggiato trent'anni. Io mi ricordo come lui ha festeggiato con me i miei 30 anni. Mi ricordo la colazione a letto, la sorpresa, quell'anello che ho messo una sola volta, perché ho perso subito una pietra, come presagio del fatto che la nostra storia non poteva durare, non poteva resistere alle prove della vita. Non ti raccontero' nemmeno dei miei ultimi incontri, di quelle persone che entrano silenziosamente nella tua vita e ne escono sulle punte dei piedi, usando la porta sul retro del mio cuore. Non ti diro' che sono scuse per andare avanti, palliativi, da dimenticare, da scartare per principio, da incartare nella carta dell'oblio. Parleremo solo di te, trasformeremo i tuoi occhi tristi in occhi sereni, pieni di luce e gioia. I miei non importa. I miei sono persi. Li ho lasciati a qualcuno, a qualcuno di cui non riesco a ricordare l'ultima volta che mi sono persa nei suoi occhi, li ho lasciati ad un matto, li ho lasciati a chi é uscito dalla mia vita sulle punte dei piedi. 

It must have been love

Ti sentivi proprio come in quel film, sola, seduta nel sedile di dietro, persa a contemplare la bellezza della giornata innondata dal sole. C'eri solo tu, separata dal resto del mondo da un vetro, isolata o forse solo protetta. Ogni volta che lasci Londra ti senti cosi', come se la lasciassi per sempre, senti quella strana mescolanza di trepidazione e malinconia. Lasci tre mesi di vita, di respiri trattenuti, di piccole gioie e dolori che sembrano immensi ma che in realtà si sciolgono al sole come neve di primavera. Ora ci saranno lunghe giornate e nuove avventure, nuovi battiti del tuo vecchio cuore, corse e passeggiate, e poi ci sarà sempre la vita con le sue sorprese. Sei pronta a viverla, a scoprila, come un bambino che apre con trepidazione il suo uovo di Pasqua. Questa volta la sorpresa sei tu, la nuova Francesca, uguale alla vecchia, ma più sorridente, più saggia, più matta, più ironica. Perché niente é per sempre, neanche la tristezza. 

lunedì 9 aprile 2012

Dieci giorni

Dieci giorni cosi': col sole in faccia...

domenica 1 aprile 2012

Agua

Alla prossima, Londra.
Alla prossima, tristezza. Spero di averti salutato e spero di non rivederti per un bel po'.
Alla prossima, gioia di vita, che mi sei apparsa mentre toccavo il fondo e mi hai fatto stare bene.
Alla prossima, camminate notturne, per chiarirmi o complicarmi i pensieri.
Alla prossima, conoscenti, amici o pseudotali, che mi avete rallegrato questi mesi.
Alla prossima, Tamigi, che scorri sempre lento, calmo, mentre io ti guardo dal ponte, rapita dal tuo flusso.
Alla prossima, corse o pseudotali, per scaricare la tensione e le delusioni.
Alla prossima, tu che non so proprio dove metterti e che titolo darti. Questa é per te: http://www.youtube.com/watch?v=lY-PO1SOzgs
E non c'é nient'altro da aggiungere.