venerdì 10 agosto 2012

Mano nella mano

E' stata una necessità prenderti la mano. E' stato per non perderti fra tanta gente. Ti ho preso la mano volontariamente pochissime volte, lo sai. Non l'ho fatto perché era cosi' intimo, era come mettermi a nudo con te, dirti ecco io sono qui per te. Al tempo era più facile dirlo a parole, che con i fatti.
Mentre camminavamo nella folla ho riflettuto a quella mano che stringevo. Era un po' come la nostra storia, come io e te. Io ti stringevo forte, per dirti sono qui. Le tue mani non mi stringevano, subivano la stretta. Erano altrove e questo lo sappiamo. Non é una colpa la tua, é un dato di fatto. Io lo accetto, non mi lamento, semplicemente lo constato.
Eppure in quei miei primi mesi in questa città, é stata la tua mano a guidarmi fra i miei pensieri, a darmi coraggio e forza per combattere le piccole sfide quotidiane. Mi é mancata quella mano quando ho dovuto guardare in faccia la realtà e lasciarla andare. Ho sognato che tornasse a prendermi e a guidarmi. Nel frattempo ho imparato a camminare da sola, a fare disastri da sola, a trovare soluzioni da sola.
La mia mano é li' ora per te. Non ti preoccupare, la puoi prendere. Non ti chiedo niente, solo di stare bene, di respirare, di non soffrire. Penso sia arrivato il mio turno di prenderla e portarla con me per le strade della vita, fino a quando non arriverà un'altra mano, quella dell'amore, che ti porterà verso la felicità. Anche la mia ti puo' guidare verso la felicità, ma non sarà lo stesso. La mia serve a lenire le ferite, a sfogarsi, a ridere due minuti, per cacciare i cattivi pensieri. Vieni, andiamo verso il cielo sereno. Lo faccio perché ti voglio bene, lo faccio perché mi hai cambiato la vita.  

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