lunedì 6 agosto 2012

Due minuti di conversazione telefonica settimanale

Sei bravissimo a dire frasi da non pronunciare neanche sotto tortura cinese o di qualsiasi altro paese dittatoriale. Frasi che fanno restare senza parole, che fanno sanguinare il cuore. Sei sempre stato cosí. Non so se sia maldestria o cattiveria, ma riesci sempre a deludermi ed innervosirmi. E' per questo che non telefono mai. E' per questo che ho ridotto i nostri contatti al minimo. E' per questo che dico "se puoi, non me lo passare, non mi va di parlargli". 
Ieri, in un minuto e venti secondi di conversazione telefonica, hai saputo ricordarmi che il mio contratto scadrà e mi ritroveró in mezzo ad una strada. Hai saputo ricordarmi la mia precarietà, i miei 32 anni, la mia assenza di stabilità. Hai concluso chiedendomi quelle che tu chiami "le mie novità sentimentali". Quella é stata la stoccata finale. Io ho risposto con la solita acidità, tu hai concluso con il solito sprezzante "sei sempre scortese". 
Forse sarà percezione mia, ma ogni volta le nostre conversazioni (che non sfiorano mai i due minuti, di persona o al telefono) sono un disastro. Non l'hai mai notato? non ti sei mai chiesto perché questa figlia é cosí scortese, arrabbiata, graffiante? Non ti sei mai chiesto perché noi due siamo bloccati in quella che é una relazione fra un padre, adulto, e una figlia, adolescente, anche se io sono una donna e tu un vecchio?
Per anni ho pensato che ti avrei fatto tutte queste domande sul tuo letto di morte. Ma sono stata cosí brava, che ho lasciato il mio paese, in modo che sia molto difficile essere presente in quel momento. Molto probabilmente io ti ritroveró già inscatolato in quattro assi di legno quando succederà. Poi chi lo sa, la vita non si puó mai prevedere. 
Eppure, sotto sotto, spero di poterci essere. E ti direi questo: sai, tu sei stato e sarai sempre il genitore con la G maiuscola. Tu sarai sempre il mio modello, eccessivamente idealizzato. Tu sarai sempre il mio grande amore, che mi ha dato tanto, ma mi ha anche calpestato. Tu sarai sempre quello che vedro' tutte le volte che mi guarderó allo specchio, perché ti assomiglio come una goccia d'acqua. Tu sarai sempre la causa dei miei fallimenti affettivi, della mia pancia vuota, perché cerco te in tutti gli uomini e mi ritrovo a collezionare storie da perdere, da scordare. Ma nonostante tutto questo, io ti voglio cosi tanto bene, da starci ancora male, da stare male al pensiero del tempo che abbiamo perso, dell'occasione andata, delle parole, dolci, affettuose, tenere che non ci siamo mai detti. E mentre te lo diró, so che non mi sentiró il cuore piccolo, stretto in una morsa, come me lo sento sempre in quei due minuti di conversazione telefonica settimanale. No, sarà un cuore pieno d'amore. Sarà il cuore di una figlia che saluta il padre e gli dice arrivederci. Senza rimorsi né rimpianti.     

1 commento:

topogigio ha detto...

Per-donare...difficile, difficilissimo...