lunedì 9 novembre 2009

20 anni fa

Mia madre mi ha sempre detto "Non é stato facile, non capivamo molto, ma non é stato facile". Mi ha anche detto "Noi mettevamo al mondo i nostri figli con la paura che non ci fosse un domani". E poi un giorno mi ricordo le immagini in televisione, la gente che festeggiava, saltellando su di un muro pieno di scritte. Mi ricordo mia madre che mi diceva "Francesca, questo é un momento storico, il mondo sta cambiando, non dobbiamo più avere paura". Io non capivo molto, ma mi sentivo emozionata nel vedere quelle immagini. Mi ricordo le picconate, il sorriso sui volti delle persone, i discorsi ufficiali. Avevo già visto delle immagini di quella che dopo anni avrei scoperto chiamarsi "Guerra Fredda", ma quel giorno, tutto sembrava diverso.
Sono passati vent'anni. Ne avevo solo nove io di anni, ero una bambina. Quelle immagini me le sono portate nel cuore, per anni, tanto che la prima volta che sono stata a Berlino, ho pianto. Ho pianto per gli errori dell'uomo, ho pianto per la sofferenza di tutte quelle persone che sono state vittime di un gioco gestito ai tavoli negoziali di potenze mai abbastanza grandi da riconoscere che un muro non avrebbe risolto il problema. Oggi guardo quelle immagini di nuovo, da adulta e con tristezza penso a tanti altri muri, alcuni grandi e di cemento armato, altri bassi e fatti di filo spinato. E penso ancora una volta a quella frase letta sulla lavagna del liceo, scritta dal mio professore di filosofia: "se per ogni conflitto costruissimo un muro, il mondo sarebbe pieno di labirinti".
Oggi é un giorno importante, ma come tanti altri. Oggi é il giorno della celebrazione della libertà. Oggi é un giorno di speranza, quella in un futuro di pace, di ascolto, di reciproca stima.