martedì 12 maggio 2009

La quiete dopo la tempesta

E' stato come se avessi tirato la corda. E' venuto tutto a galla, in un momento. Sono tornate le lacrime di un tempo, ma soprattutto quel senso immenso di vergogna. Ti ho detto tutto, non ho nascosto niente. Mi é venuto naturale, anche se mi ero ripromessa che non ne avrei più parlato con nessuno. Ti ho raccontato come mi sono sentita piccola, inesistente, come ho dovuto imparare a perdonare, anche solo di facciata, perché non potevo fare altrimenti. Ti ho portato sulle strade del mio dolore. Ti ho fatto capire che questo per me é un esilio, una scelta comandata. E tu hai capito, in silenzio. Mi hai solo detto che non mi avresti detto niente per ora, forse perché hai capito che io mi porto dietro questo peso da anni e che non riesco a liberarmene. Mentre ti parlavo ho capito anche qualcosa di me. Ho capito che la mia incertezza, la mia insicurezza viene proprio da quel mio passato cosi' pesante.
Sei stato la prima persona a cui ho detto che io non perdonero' mai e che non trovero' pace neanche sulla tomba del mio carnefice. Ma la colpa non é sua, é successo. Io pero' i segni me li portero' sempre dietro, ma questo non significa che io voglia una vendetta. Mia madre mi direbbe "questa é la nostra croce, Francesca". Io ora sono d'accordo con lei: é la mia croce. Ma so che un giorno, quando saro' io madre, forse staro' meglio. Guardero' gli occhi di mio figlio e gli promettero' che saro' diversa.
Il mio carnefice non é stato cattivo. E' stato a tratti magnanimo. Mi ha dato tutto, ma mi ha tolto la felicità per tanti anni. Mi ha dato la gioia di dover dire grazie, grazie perché se sono cosi' é per te, nel bene e nel male. Dopo aver riassaggiato il sapore delle mie lacrime, di "quelle" lacrime, mi sono addormentata e al mattino tutto era passato. Come sempre, come la quiete dopo la tempesta. Ora pero' io nella vita avro' solo quiete. La tempesta é lontana ormai.

lunedì 11 maggio 2009

Il silenzio del bosco

Ho passato due giorni in un posto senza nessun contatto con quella che é la mia vita. Ho camminato per strade mai attraversate, ho sentito il fresco del bosco e la temperatura gelida dell'acqua. Ho pensato, ma non tanto quanto avrei voluto. Ho anche avuto paura, come mi aspettavo. Ho avuto paura quando mi sono ritrovata sola nel bosco, mentre sentivo quell'immenso silenzio a cui non sono abituata. Ho sentito tutta la solitudine che ho intorno, ma ho anche capito che ce la posso fare, che l'importante é contare su se stessi. E me ne sono resa conto perché il migliore momento l'ho passato proprio sola, in quel bosco, alla ricerca del lago. Io e gli alberi, il rumore dell'acqua e niente di più. L'essenziale, niente di più.

martedì 5 maggio 2009

La sottile linea che ci separa

Io sono dentro e loro fuori. Io li guardo, loro no. Loro protestano, io subisco, nella completa inconsapevolezza. Loro lottano, io ho smesso di lottare. Loro sono vestiti normalmente, io non ho un capello fuori posto. Li vedo con i loro cartelli, semplici, su cui hanno scritto poche parole, come libertà, rispetto dei diritti umani, aiuto. Io di quelle parole mi riempio la bocca, le sento pronunciare tante volte durante il giorno, ma non riesco a farle mie. Fanno parte del mio bagaglio di ideali, che quotidianamente abbandono da qualche parte. Perché é più comodo forse stare seduti dietro una scrivania e dentro un ufficio caldo. Perché nella vita dopo un po' ci si stanca di essere idealisti e di lottare. Perché la vita é ingiusta e tutto cambia se nasci da una parte o dall'altra del mondo. Perché ogni giorno i miei problemi mi sembrano egoisticamente sempre più grandi di quelli degli altri. Perché i miei problemi non sono niente rispetto a quelli di chi é lontano dal proprio paese e vorrebbe tornarci. Loro sono pochi, ma le loro urla risuonano forte. Le mie urla sono silenziose, nessuno le sente e forse é giusto cosi'. Io sono dall'altra parte del vetro, il destino ha voluto cosi' e io non ho avuto la forza di cambiare, almeno per ora. Forse un giorno anche io saro' da quella parte, perché questa linea che ci separa é piuù che sottile. E' quasi invisibile.