lunedì 19 gennaio 2009

due braccia, sempre aperte e pronte ad abbracciarmi

Sei sempre stata forte. Sei sempre stata un punto di riferimento per me, il modello da seguire, i miei occhi ti vedevano e continuano a vederti quasi perfetta. Mi ricordo ancora di te che sorridi, lo spacco fra i denti, i capelli raccolti, mentre correvamo al parco Ferrari. Mi ricordo quando la sera mi mettevi il pigiama e io ridevo come una matta e ancora quando mi portavi a danza dietro la tua bicicletta.
Tu mi hai sempre protetta, mi sei sempre stata vicino. Mi hai portato in braccio per un lungo pezzo del nostro cammino. Tu sai quali sono le nostre cicatrici e come me hai cercato di nasconderle e sai che la nostra vita non é più la stessa, che ci siamo dovute ricostruire. Tu eri con me in quella macchina che ci portava a Livorno e con me hai diviso la paura, la vergogna, la delusione e i dubbi sul futuro.
Ora siamo due donne, due mondi diversi, ma sempre vicini. Siamo una lunga conversazione, te lo dico sempre, mai cominciata e mai finita. Siamo un legame indivisibile, un affetto che supera tutto. Lo saremo sempre, ognuna con il suo carattere. Tu per me sei soprattutto due braccia, sempre aperte e pronte ad abbracciarmi.

martedì 13 gennaio 2009

Non voglio vederti

Il ricordo che ho é quello dei piedi nella neve, della neve gelida che entra nella scarpe con il tacco alto. E di questa mano che mi prende, con affetto, perché altrimenti rischierei di scivolare. E' una mano che mi tiene stretta, ma é dolce allo stesso tempo. E' una stretta piena di amicizia, ma anche di qualcosa di più. E poi tutto é andato veloce. Il silenzio in macchina, come sempre, ognuno preso nei suoi pensieri. La musica, anche quella come sempre. E poi ho capito, che dovevo fare qualcosa, che questa é la mia vita e che la devo vivere, che devo trovare la forza di agire. Per una volta l'ho trovata ed é stato come capire che potevo andare lontano, che veramente nel mondo nessun posto é lontano e che devo buttarmi e volare.
Come Mary Poppins devo fare le mie valigie, il vento é cambiato. Io sono cambiata. E proprio per questo dico "non voglio vederti", perché non mi devo legare a nessuno. Devo essere libera, devo avere solo me stessa e con i miei pensieri. Ce la posso fare, l'ho già fatto. Di una cosa sono certa: mentre salivo le scale mi sentivo finalmente libera, sono stata finalmente me stessa.

giovedì 8 gennaio 2009

Frasi da ricordare

Nel giro di poche ore e di una notte mi sono trovata di fronte a due frasi da ricordare, che mi hanno toccata. La prima é presa da "La solitudine dei numeri prima" e recita "delle volte bisogna avere il coraggio di tornare". E' stato uno schiaffo per me, che mezza assonnata alle cinque del mattino cercavo di leggere per riprendere sonno. Tornare: da dove? da cosa? per chi e per cosa? E' una frase che ognuno puo' interpretare come vuole e l'ho trovata nel libro in un passaggio in cui mi sono ritrovata, quello in cui Alice sceglie Fabio e decide di chiudere con Mattia solo perché é più semplice, perché con Mattia sarebbe troppo complicato e perché con lui sarebbe probabilmente amore. Leggevo quelle parole e dentro di me soffrivo, mi rivedevo. Tristemente pero'. Soprattutto mi rivedevo in Alice che torna a casa, si prepara e va a mangiare da Fabio, negando a se stessa che sta facendo la scelta sbagliata. Ho rivisto soprattutto me che per caso mi imbatto sotto casa mia su due persone che non voglio vedere, che sono abbracciate e tiro dritto, senza dire niente, ma con un oceano in ebollizione dentro di me. E finisco a casa di qualcun'altro e per tutta la serata fingo di essere la persona più felice del mondo, quando in realtà continuo a pensare a quelle due persone, unite in un abbraccio forte, che ridono. Ho passato una serata a fare finta di non aver sentito il cellulare suonare, perché sapevo che non poteva essere che lui. Ho continuato a sorridere anche quando ho letto il suo messaggio, che alle mie orecchie suonava come un chiedermi scusa. Dentro di me mi sentivo a pezzi, ma fuori ero sorridente e serena.
La seconda frase é "gli innamorati si tengono per mano solo nei romanzi". L'ho letta e ho pensato ancora una volta alla stessa persona. Ci sono delle persone a cui puoi voler bene, ma che per un destino fatale, non puoi amare. Questi siamo noi. Siamo esistiti, ma allo stesso tempo no. E più passa il tempo, più penso che in un'altra vita ci ritroveremo e finalmente ci ameremo. Cosi' tanto che lui sarà diverso, o meglio, non sarà più lui.

lunedì 5 gennaio 2009

Done

Più ci penso più ne sono convinta. Io ho fatto, ho chiuso. Io non appartengo più al mio paese, né a una vita che non é stata mai mia. Se ripenso a quella che ero, mi rendo conto che sono cambiata. Non sono migliorata né peggiorata, ma sono una persona nuova. Come se avessi cambiato la mia pelle. Se tutto fosse andato come volevo io, probabilmente ora sarei anche felice. Non posso dire di non esserlo, ma attraverso alti e bassi e soprattutto passo il mio tempo a pensare ai treni partiti e mai tornati.
Ieri guardavo questa Bruxelles ghiacciata e vuota alle sette del pomeriggio. Ogni volta che ritorno mi sale questa malinconia, che non é altro che la comprensione della mia scelta. Io so che ho fatto una scelta giusta, ma questo é difficile da accettare. E' difficile dirsi: "hai fatto bene a scappare". Accettare la mia scelta significa allo stesso tempo accettare di non poter tornare indietro, di non potersi lamentare. Cosi' guardavo sognante le case illuminate, quelle sale che sembravano da fuori piene di calore e soprattutto sognavo di esserci io li dentro. Io sono malata di solitudine, anche se sono piena di gente attorno. Io sono malata di una solitudine strana, legata al passato, come se dovessi riempire tutto quel silenzio in cui sono stata per anni.
Forse, se potessi tornare indietro, inizierei a parlare prima!