venerdì 30 novembre 2012

Tu m'as manqué tellement tellement

Ti ho allontanato io. Ti ho tagliato fuori io dalla mia vita, forse perché non ero pronta, forse perché tu hai mentito. Eppure, il caso ci ha fatto ritrovare in un tardo pomeriggio invernale, nel buio della mia Londra, nel freddo dello Strand. Il destino, é stato il destino sai, qui io non incontro mai nessuno, questa città é troppo grande, nasconde le persone, con le loro anime. Qualche parola di cortesia, piccole frasi, niente di piú. Un po' di imbarazzo, le tue scuse, la mia reticenza. Io che ti dico "sometimes, it can't work", come per tagliare corto, come per chiudere e non riaprire un capitolo passato, archiviato. E aggiungo che possiamo provare a essere amici, lo dico cosí, per togliermi un peso dal cuore, per aprire uno spiraglio, per farti tornare nella mia vita, ma sulla punta dei piedi. E aggiungo "forse come amici funzioniamo bene, ci sono meno aspettative, non siamo stati cosí vicini da avere il tempo di rovinare tutto". E ti saluto, torno alla mia corsa quotidiana.
Stanotte mi hai chiamato. Lo sapevo, ancora una volta. Sapevo che mi avresti chiamato perché ho visto i tuoi occhi, ho sentito le tue mani che mi stringevano il braccio mentre ti salutavo, come per dirmi "resta, non andare". Non ho risposto, non posso. Non voglio. Un amico non chiama di notte. Ma mentre il cellulare lampeggiava nel buio della mia stanza e dei miei pensieri, ho ripensato a quella canzone che recita "tu m'as manqué tellement tellement, je n'aurais jamais cru autant". Si, mi sei mancato. Ma forse quello che mi é mancato ancora una volta é stata l'idea di costruire qualcosa insieme, un futuro, un progetto comune. Non so, mio caro, ho come sempre bisogno di tempo, di tempo per pensare, per capire. Ma ti do' una chance, quella di tornare senza far troppo rumore, senza occupare spazio, nel salotto dei miei affetti. Il salotto sí, la mia espressione preferita. Che ora torno ad usare.   

Nessun commento: