mercoledì 7 novembre 2012

Crollare

Ci siamo visti per parlare di te, o forse di voi. L'ho fatto per amicizia, l'ho fatto perché ho capito al telefono la tua sofferenza. E poi, dopo tre ore in cui parlavi solo tu, qualcosa si é rotto. Non so cosa sia stato, forse una frase tua, forse un pensiero mio. Non ho capito cosa mi stesse succedendo e improvvisamente ho sentito i signhiozzi e ho visto le lacrime bagnare la tovaglietta di carta del ristorante. Come se avessi tolto le remore e mi fossi lasciata andare. Ho pianto, ho singhiozzato li' seduta al tavolo, senza fermarmi, senza riuscire a distinguere niente, tanto da avere la vista sfuocata. Ho pianto senza neanche guardare il mio interlocutore, con lo sguardo basso, perché piangevo su me stessa. Tu sei rimasto stupito, ho solo sentito la tua voce che ripeteva "mais qu'est-ce qu'il t'arrive, qu'est-ce que se passe?". Non so il perché l'ho fatto. O forse lo so ma lo voglio negare. So che sono giorni pesanti, so che sono giorni in cui penso al tuo comportamento nei miei confronti e non mi piace per niente. So che non riesco a vedermi in una nuova storia e mi sento a disagio. So che anche se il tempo passa, le ferite stentano a rimarginarsi. Danno l'impressione di essere cicatrizzate, ma quando meno me l'aspetto si riaprono. So che ci sono domande a cui non trovo risposta, so che non so se mi posso fidare di nuovo, perché ho sempre l'impressione di essere tradita, presa in giro, abbandonata. Chi mi dice che il mio aussie non veda un'altra, che non abbia le farfalle nello stomaco e che un bel giorno sparisca nel nulla come é successo tante altre volte. Chi mi assicura che non si innamorerà di un'altra forse perché non si é mai innamorato di me? Sono crollata per tutto questo. Sono crollata perché ho paura. Si, di soffrire, di credere di nuovo, di essere delusa. Che fare? Risposta non pervenuta, per l'ennesima volta. 

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