martedì 6 novembre 2012

Venceremos adelante

Io a scuola ho sofferto. Mi si escludeva come diceva quella canzone. Ero la secchiona, quella con gli occhiali come fondi di bottiglia. Quella che non aveva mai il ragazzo e nessuno la baciava e solo i so called sfigati mi venivano dietro. Io ho finito il liceo contando i giorni e le ore alla fine di quella sofferenza. Poi, sono andata all'università e sono ufficialmente nata. Si, sono diventata la vera Francesca. Non mi sono più nascosta dentro i maglioni di tre taglie più grandi, dietro gli occhialoni, dietro la timidezza. Sono fiorita. Mi sono affermata. Ho iniziato a piacere, ho iniziato ad avere amici e a costruire rapporti umani.
Ho sempre un fortissimo sentimento di rivalsa rispetto a quegli anni bui. Ho sempre la voglia di far vedere alla gente che ha conosciuto la vecchia Francesca quella che sono veramente. Ogni tanto spio i vecchi compagni di classe, tutti stronzi, tutti figli di buonadonna, su faccialibro, quasi per dirmi "Vedi che ora non ti possono più toccare né fare male". Li spio e più passa il tempo più li vedo diventare mogli, mariti, padri e madri. E stasera di fronte all'ennesima pancia che spunta da una foto profilo, mi sono chiesta se forse anche loro siano cambiati, siano diventati diversi, più veri, più attenti all'altro, più maturi. Ed ho concluso che forse si, forse sono cambiati. Ma io dovrei forse darmi una svegliata e iniziare anche io a pensare a diventare una compagna (visto che il termine moglie mi dà l'orticaria) e forse una madre. Si, cosi' potrei contrastare le forze del male. Di quel male che a 15 anni si chiama presa in giro, a 20 snobbismo e a 30 essere stronzi. Ma per ora finisco seduta nella mia cucina, con le cuffie, ad agitarmi sulla sedia mentre sento questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=JgCeyPuC75I. Questo é il mio modo per ora di cambiare, di vivere, di andare avanti. Niente pancie ripiene, niente vestiti bianchi, panna, da meringa. Solo me. Pas de choix pour l'instant o forse ça suffit pour l'instant. Meglio non porsi certe domande alle due di notte. Meglio dormire. E allora buonanotte.

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