domenica 11 novembre 2012

Domenica mattina

E' domenica mattina. E' domenica mattina e sto lavorando, cosa che non mi piace per niente. Ho addosso la solita sensazione di inadeguatezza, di terrore all'idea di parlare davanti a tante persone in una lingua che nonostante tutto non sento mia e temo che non la sentiro' mai. Ho nel cuore una sensazione di disagio, di stanchezza, di amarezza. Insomma, la solita.
E cosi', quasi per scherzare, quasi per sdrammatizzare, penso al mio lavoro, penso a quello che dovró fare domani, ripenso a quando due giorni fa sono passata a piedi davanti a Number 10 e ho immaginato il piccolo David che con i pugni stretti e l'espressione del viso corrugata ripete "no no, io il nuovo budget non lo firmo e vi inchiappetto tutti". E mi dico che un po' lo capisco, che anche io ho i miei dubbi, che ho perso la voglia di crederci, ho perso le illusioni, i valori sono li', ma ricoperti dalla polvere, arrugginiti. Ma é come uno spettacolo, che deve andare avanti, e io sono una piccola, piccolissima comparsa. La vita é altrove, questo é solo una sceneggiata.
E ripenso alla frase della mia amica, perché mi cade il pensiero sulla mia vita privata. Quella frase che recita cosi' "non ci sono bugie né giri di parole, non ci sono scappatoie né vie di fuga, non ci sono programmi né buoni propositi, non c'è nessuna volontà e probabilmente nemmeno il tempo...". Tutto questo non c'é. Al lavoro come nella vita privata. C'é un telefono che squilla a cui non rispondere, c'é chi vuole un nuovo amore o qualcosa del genere a tutti i costi (e ha anche ragione) e non sei tu, c'é chi ha un fidanzato che va a farsi il weekend con l'amante e tu la devi consolare, c'é chi vuole un figlio e non arriva e chi rimane incinta per sbaglio e se ne sbarazza perché é troppo presto, perché non é la persona giusta, c'é una vita piena che improvvisamente ti sembra vuota. C'é una busta di immondizia da buttare, con dentro quel poco che resta di una storia, un biglietto del teatro, il fazzoletto col quale ti sei soffiato il naso l'ultima volta che ti ho visto, quel biglietto su cui hai scritto il tuo numero quando ci siamo conosciuti e che io avevo tenuto per ricordo.
C'é tutto questo in una domenica mattina. Di sole. Di lavoro. Di vita. Di voglia di leggerezza, in contrasto con la pesantezza del momento. Come al solito.   

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