lunedì 5 novembre 2012

Jaures

Jaures me l'hai fatta conoscere tu, una sera mentre tornavamo a casa in macchina dal lavoro. Per una volta non abbiamo cantato stupide canzoni, ma solo ascoltato in religioso silenzio Jaurès. Oggi é una giornata che non passa e Jaurès si addice a questa giornata. Oggi ho freddo, ma nel cuore. Oggi non passa perché ho di nuovo la terribile sensazione della valigia, dello scappare, senza sapere dove e come. Oggi é tornato il disordine mentale. E allora vado a correre stasera, e chi se ne frega dei fuochi, del freddo, del parco deserto. Io corro e non mi fermo, mi stanco, mi distruggo, mi anniento, anniento me stessa e i miei pensieri. Io non sono fatta per l'inverno. L'inverno mi abbatte, mi deprime, mi toglie le risorse. Cosi come un'ora e mezza di telefonata in piena notte a parlare del significato di we in inglese. Cosí come l'alito devastante di Fiatella e i suoi baci (fortunatamente sulla guancia) pari a quelli di lumaca. Cosí come le amiche che spariscono e che non puoi o sai aiutare. Oggi va come Jaurès. 15 heures le coeur en laisse. 15 ore con il cuore al guinzaglio, incatenato, bloccato, nel tentativo di azzittirlo e dimenticarlo.

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