martedì 31 luglio 2012

Le bombe

Il problema delle bombe é che scoppiano. E' che scoppiano e tu, che pecchi sempre di presunzione, sul momento pensi sempre di non esserti fatta niente. Tu sei forte, tu sei una che rimane sempre in piedi, tu sei una che regge tutto. E poi ti ritrovi alle 5.30 con gli occhi spalancati nel letto, a tremare, col solito buco al posto dello stomaco. Tremi come se il tuo piumone sia un foglio di carta sottilissimo e anche se ti metti il pile e i calzini tremi lo stesso. Proprio come quell'8 febbraio. Ti ricordi ancora che tremavi come una foglia, nonostante il riscaldamento acceso e il doppio piumone. E allora scendi in cucina, provi a farti un thé e a scrivere. Come scrivere tutto questo? come esprimerlo? come scrivere il perché? Sai perché sto male? non sto male per me, sto male per te. Sto male perché me lo prenderei io il tuo dolore, se questo ti facesse stare meglio. Sto male perché ho paura che non ti risolleverai mai. Tremo perché il destino ha voluto che mi innamorassi di te, proprio di te. Tremo perché lo sapevo anche prima che me lo dicessi. Le tue parole sono state solo la conferma, il coltello che sfiora la piaga, ma non entra perché é già entrato. Tremo perché ora tu mi eviterai, dirai non la devo far soffrire più e mi starai lontano. Tremo perché chi soffre veramente, chi é autorizzato a soffrire (eh si, ci sono anche le autorizzazioni per soffrire) non sono io. Io posso solo stare da parte. Questa non é la mia storia. Questo non é il mio amore. Questa non é la mia vita. Eppure io vorrei fare qualcosa.
Maledette le bombe, maledetto il cuore, maledetta la voglia di verità, maledetto il tuo dolore. Il mio passerà. Tanto io sono una forte, una che rimane sempre in piedi, una che regge tutto.
"Niente di niente, spiegalo alla gente, cosa vuol dire, cosa vuol dire amare?". Risposta non pervenuta. Meglio cosi'. 

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