lunedì 14 ottobre 2013

Weekend di sorrisi e brutti sogni

Ho iniziato il weekend nel fondo di un pub. Io, lui, tre pinte di birra lui, tre bicchieri di vino io. Ufficialmente colleghi. Ufficialmente ci odiamo. O meglio non ci amiamo. Lui mi invita per stemperare le tensioni. Alla fine della serata, nessuno dei due sta in piedi, ma siamo grandi amici. Addirittura mi viene il dubbio che forse, sotto sotto, ci amiamo. Ci abbracciamo addirittura. O forse é solo colpa dell'alcool che abbiamo in corpo. 
Passo un weekend con la casa vuota. Ritorno a respirare. Ritorno a cucinare come ai tempi di Bruxelles. Come hai tempi della casa soffitta di Rue Goffart. Cucino per me, cucino per gli amici. Mescolo gli ingredienti, assaggio, invento. Finisco a ballare tra i locali di Soho, a saltare e divertirmi, come ai vecchi tempi. Ballo e mi diverto, sans souci. Per una volta, stacco il cervello. Lí, in un sottoscala di Soho. In due sottoscala di Soho. Con gli uomini inglesi che ti vengono a sbiascicare addosso parole senza senso. E io continuo a ballare, non curante. Nella mia estasi paradisiaca, nella mia serenità. 
Concludo la domenica al cinema, in quello che definirei un date, anche se proprio io non ne ho voglia. Ci vado con addosso una cortina di ferro, un vestito di filo spinato, per proteggermi. Metto distanze chilometriche. Apprezzo la compagnia, ma non voglio condividere niente. Saluto senza neanche un bacio, con la mano che scodinzola come la coda di un cane. No, non me la sento. No, non sono pronta. 
E di notte ti sogno. Sogno il tuo bacio. Ne sento la morbidezza. A cui mi ero abituata. Poi ti stacchi, mi guardi e mi dici "non posso". E mi sveglio. Sono le 5 del mattino. Sono nel mio letto di traverso. Mi devo essere agitata nella notte. Penso che quel sogno é realtà. Non posso. Tu non puoi, ma hai potuto. Hai fatto credere che potessi. Pfff. La rabbia. Pfff. Il rancore. Pfff. Passerà. Si. Passerà. A forza di passi di danza. Di sorrisi miei e altrui. E di mani che si agitano a salutare. Nella Tube e non solo.

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