martedì 12 febbraio 2013

Il tubo nero

Ho ricordi sfocati. Ho ricordi labili. Mi sono svegliata e non sono riuscita a muovermi, perché mi faceva male tutto. La testa, i muscoli, il cuore. Mi ricordo le due ore a passeggiare sul Tamigi. Mi ricordo il freddo. Mi ricordo io che canticchio quella canzone che dice "if you feel insane, go to the river. If you feel ashamed, go to the river". Mi ricordo la tua faccia quando te l'ho detto e la tua domanda che ne é seguita. "Sei sicura che vada tutto bene?". Mi ricordo che ti spogli davanti a me. Vedo la tua camicia cadere per terra e poi non ricordo piú niente. Sono crollata, cosí, di botto, a mia insaputa. Sono stata svegliata dal telefono alle due del mattino. Ho ascoltato il tuo messaggio in segreteria, ero troppo lenta per rispondere. Ricordo perfettamente la tua voce, stranamente gioiosa. Ricordo di non avere avuto la forza di fare niente, solo di restare immobile a letto. Ricordo di aver pensato "I wish you were different". Stamattina mi hai detto "stai a letto, non hai una bella faccia. You look stone". Poi mi hai anche chiesto cosa avessi, cosa mi sentissi. Io ho risposto a mezze parole "non so, mi sembra di essere caduta in un tubo nero". Sono i sentimenti passati. Sono i ricordi. Si stanno staccando da me, dal mio cuore, dal mio corpo. Sono le speranze covate, che ora si sono seccate, come i fiori al sole. Le speranze di essere diversi. Le speranze di non aver visto male, di essersi sbagliati. Puoi essere fiero di quello che hai fatto. Ma io nel buco nero, non ci resto. Anche a pezzi, mi tiro su e cammino. E da tempo lo faccio senza di te.

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