venerdì 4 gennaio 2013

Vagabondare nel mio buio

Sono tornata a Londra. E ho ritrovato i miei passi, i miei segni sull'asfalto, i miei odori e qualche paura. Tornare significa tuffarsi nel tubo a King's Cross, sentire l'odore della Victoria, osservare i compagni passeggieri di un treno e di questa vita leggere, giocare col cellulare, mettersi le dita nel naso e quant'altro. Significa uscire dal lavoro e camminare per due ore nel buio dei tuoi luoghi, con l'amica che ti chiama e ti sgrida perché solo tu vai a camminare al parco di notte, con gli auricolari oltretutto come dice lei, cosi' se ti assalgono non te ne accorgi nemmeno. Significa anche perdersi per un'altra ora in libreria per comprare un regalo, cercarlo, studiarlo, attaccare discorso col cassiere che ti fa l'occhiolino e ti dice "se gli adesivi sono per la tua nipotina, non te li faccio pagare". Significa riperdersi di nuovo fra gli scaffali del supermercato, come se quelle salse, quel riso e quelle patatine non le avessi mai viste. Significa vagabondare, nel buio, scuro, a tratti tenebroso e allo stesso tempo accogliente della tua Londra, col cellulare a volte all'orecchio, con la musica, la tua, che ti fa partire, volare, vivere cosi'. Senza mai toccare terra con i piedi!

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