martedì 1 gennaio 2013

Headstrong

C'é una canzone che mi piace. Direi mi fa impazzire. L'ascolto e la riascolto. L'ho scoperta per caso due settimane fa e non me ne sono più separata. Ecco, io ora sono in vacanza. Ecco, ci sono 20 gradi e porto le infradito ai piedi. Ecco, é gennaio e fa caldo. Ecco, io sono chiusa in una camera di albergo, con l'amica viaggiatrice che dorme. E io cosa faccio? ascolto questa benedetta canzone, penso e sento la mancanza. Di cosa? Di una bambina che al telefono mi chiede "ma dove sei?". Della mia Londra, di Battersea Park e del ponte di Chelsea, quasi lo avessero tirato su per me, per farmici camminare e correre a tutte le ore del giorno e della notte. Dei miei so-called loves (e uso il plurale). Di chi mi ha manipolato per tanto tempo per riempire la sua solitudine, che é talmente profonda che non si vede il fondo ad occhio nudo. Dei miei affetti, vicini e lontani. E intanto mi canto questa canzone nella testa. Che dice:
Open up your eyes, see me for what I am:
cast in iron, I won't break and I won't bend.
Take this to your heart and into your head now:
the old wives' tale is true, I'll repeat it.
All is fair in love and war, that's how the famous saying goes.
Hai capito? All is far in love and war. Basta questo per festeggiare il primo giorno dell'anno.  

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