mercoledì 23 gennaio 2013

Tu quante volte sei morta?

Tu quante volte sei morta? eh, strana domanda questa. Si potrebbe anche girare la frittata e chiedere tu quante volte sei nata. Si, io sono "morta", metaforicamente. Ma sono sempre rinata. Insomma, ho vissuto tante vite. Una notte che non riuscivo a dormire le ho contate, mentre tu respiravi dolcemente accanto a me. Le ho contate al ritmo dei tuoi rumori notturni, nel buio della tua stanza, e ho capito che ne ho vissute almeno sei. Io sono stata sei diverse Francesca, una con dentro un po' di quella precedente, come nel gioco delle matrioske.
Sono stata una bambina a momenti trasparente, chiusa nel suo mondo interiore, che giocava con i tappi di bottiglia che diventavano pietre preziose, con mille paure e insicurezze che mi sono portata dietro per anni, ma anche con alcune certezze, come certi odori rassicuranti, che facevano svanire tutto il brutto e lasciavano solo il bello.
Sono stata un'adolescente estremamente timida, che si nascondeva al mondo, che cercava di scomparire nei maglioni più grandi di tre taglie e dietro i fondi di bottiglia che portava sulla faccia al posto degli occhiali, che preferiva perdersi sul Rocci che uscire e affrontare la vita e i coetanei, ma che aveva dentro di sé un vulcano di sentimenti, idee, sogni, solo parzialmente assopiti.
Sono stata una giovane donna, che é nata sui banchi dell'università, che ha scoperto l'amicizia, l'amore, la vita fra una lezione e un esame, fra una corsa in bicicletta e un treno da prendere, fra un amore che sembrava dovesse essere eterno e una cotta passeggera. Sono stata una giovane donna che credeva di poter cambiare il mondo, cosi' nel suo piccolo, nella sua quotidianeità, cosi' come ne sono tuttora convinta.
Sono stata una donna in fieri, che un giorno ha fatto la valigia, ha preso il coraggio a due mani, ha asciugato le lacrime con la manica del maglione ed ha lasciato tutto e tutti per seguire i propri sogni. Un lavoro per cambiare il mondo, mi ripetevo, nel mio piccolo, insistevo, un ragazzo da raggiungere, da amare per costruire una famiglia, un sogno, tanti sogni da realizzare, tradire, modificare, riadattare.  
Sono stata una donna in fuga, che ha impacchettato una vita in fretta e furia, che ha messo tutto in una stanza di 12 metri quadri ed é scappata via, senza preavviso, da una vita che le era stata rubata, stuprata, vandalizzata. Sono stata una compagna fedele, sono stata una donna che nasconde i lividi perché non vuole credere che quello che lei pensava fosse il suo amore é solo un incubo, sono stata una donna che ha tramato silenziosamente la propria fuga, che ha abbracciato tutte le notti, stretto, il suo aggressore, per tenerlo buono, perché nonostante tutto lo amava e staccarsi da lui é stato difficile, difficilissimo. Non ha perso lui in quella fuga, ha perso una parte di se stessa, delle sue convinzioni, dei suoi sogni. Ha scoperto una nuova Francesca, debole, incapace di reagire, sottomessa. Proprio come non avrebbe mai voluto essere. Proprio quello che aveva sempre disprezzato.
Sono stata una donna adulta che si sente un po' adolescente, che fa pazzie, che esce, si ubriaca, si fuma una sigaretta sul ponte di Chelsea in piena notte, perché non riesce a dormire, colleziona numeri di telefono da non chiamare, pur di non pensare. Ma quella stessa donna si é scoperta giorno dopo giorno, si é analizzata, messa a nudo con se stessa, conosciuta come solo lei puo' conoscersi, a furia di porte in faccia, di momenti di pura ilarià e bonheur, tra cadute e risalite.
Ecco, vuoi sapere quante volte sono morta? Tutte queste volte. O forse nessuna. Non sono mai morta, né rinata. Sono solo cresciuta, maturata. Mi sono rafforzata. Sono diventata una donna che ora nonostante tutto sorride a se stessa, mentre guarda la strada percorsa. In fuga o passeggiando. Quello che conta é averla percorsa.

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