lunedì 3 settembre 2012

Questo weekend

Questo weekend sono tornata nella mia casa spirituale. Ho riabbracciato i miei colleghi, sono andata a prendere il caffé con loro alla cafet del Loi 41, come se non fossi mai andata via. Ho preso un apéro con Pg al Parallèle, come se gli dovessi dire ad un certo punto "scusa, devo andare, devo tornare a casa per buttare la pasta, in Avenue de la Couronne, 1A". Ho camminato per le strade ad occhi chiusi, come al solito, senza bisogno di guardare, perché le strade fisiche corrispondevano a quelle della mia memoria e del mio cuore. E nel salotto della mia amica, ho capito che non mi ci vedevo nel tuo salotto, quel salotto con i divani di pelle, la tv al plasma e i libri di filosofia. Non mi ci vedevo li' a piedi nudi, con te che mi accarezzi la pancia e mi abbracci. E cosi' mi sono detta non ci pensare più, é stato meglio cosi'.  
Questo weekend sono tornata a Liegi, cosi' di passaggio, mentre correvo a prendere il treno per andare altrove. Ho rivisto dal treno la casa in cui abitavo e ho provato come sempre una punta di nostalgia. Ti ho telefonato, mi hai raccontato le tue novità, io ho accennato alle mie. Ed é stato sempre come se abitassi ancora li'e tu mi venissi a trovare la sera, come hai fatto per un anno intero.
Questo weekend sono tornata a Maastricht. Ho camminato sul ponte della Maas, come ho fatto tante volte, ho fatto un salto da Hema, ho mangiato dove avevo già mangiato. Ho assistito alla gioia e alla liberazione della mia amica, ricordandomi il mio giorno di gloria, in quel caldissimo luglio, quando una laurea in mano significava l'inizio della vita, di quella vera.
Questo weekend sono tornata a Amsterdam. Ho sentito l'odore del salmastro, il colore dell'acqua dei canali, le case con le finestre grandi, enormi, pronte a catturare ogni raggio di sole e di vita. Mi sono addormentata con uno sguardo su un canale, con le sue barche parcheggiate, serene, tranquille, pensando che non potevo stare meglio, anche se dormivo su un materasso gonfiabile.
Questo weekend sono tornata a Londra, la mia nuova casa. Ho cucinato per la mia amica una ricetta vecchia e una nuova. Un po' di passato, un po' di presente. E poi mi sono persa a guardare questa città, grande, che non si ferma mai, che mi stanca, ma che mi dà tanto, tantissimo. L'ho osservata dai vetri della DLR, mi sono persa anche io fra i docks, li', nella contemplazione, mentre mi dicevo é già passato un anno. Un anno fa, mi stavo innamorando. Di nuovo. Oggi, sono sempre li', ma con la disillusione in bocca. Oggi sono in attesa. Del nuovo e del vecchio. Di qualcuno che torni e mi dica "scusa, sai, io mi sono sbagliato e ho capito". Di qualcuno "nuovo" che arrivi, mi prenda e mi porti via. Pero' sono serena. Pero' sono felice cosi'. Pero' so che il vecchio non tornerà e quasi quasi va bene cosi'. Non si possono forzare le persone ad amarci, anche se noi daremmo la vita per loro, ci caricheremmo le loro sofferenze e le renderemmo estremamente felici ed appagate. Ecco, l'ho capito, l'ho scolpito nel mio cuore questo weekend. Col retrogusto dell'amaro in bocca, che passa appena addento la torta che ho cucinato. Si, quella della ricetta vecchia.


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