mercoledì 12 settembre 2012

La convention o l'incubo Birmingham

Ma voi ci siete mai stati in quei posti da convention enormi e inutili? sapete quei capannoni di grandezza immisurabile, freddi, dove tira sempre una tramontana da principio di congelamento dei polpastrelli fra uno stand e l'altro, zeppi di gente urlante e vestita da "Me so messo er vestito mejore che c'ho, guardame, so bello da morire"? Quei posti dove per andare in bagno, quando sei già al livello di "aiuto, non la reggo più" ti sembra di giocare alla caccia al tesoro, con una pianta degli stands che é peggio della cartina di Città del Messico (che ha pero' anche 20 milioni di abitanti). Quei posti dove la gente cerca di offrirti di ogni pur di attirare la tua attenzione, dal portachiavi a forma di Picacciù (non sapevo esistesse ancora) al bicchiere di spumante alle 8 del mattino, che ti fa rispondere "no, grazie, mi fa acidità lo spumante con il latte che ho bevuto 20 minuti fa". Ecco la mia capa Sottilette mi ha spedito in uno di quei capannoni per due giorni. E' stato un incubo, per vari motivi:
1. La convention era a Birmingham, città in cui se non sei depresso lo diventi, se non hai istinti suicidi ti vengono e potrei andare avanti a lungo con l'elenco delle sfighe che ti possono capitare li'.
2. Per due giorni sono stata circondata solo da energy suppliers, che hanno cercato di vendermi di ogni e che ogni volta che rispondevo loro "no, scusi, io lavoro in ambito politico, quindi non posso comprare niente", mi guardavano schifati perché non avevano neanche capito cosa significhi politica e poi perché gli avevo fatto solo perdere tempo. Sono partita con una scatola di biglietti da visita e sono tornata con una scatola aggiuntiva (si sono autoriprodotti dalla noia), perché non ho trovato nessuno di interessante con cui fare networking.
3. Ho capito che le storie o so-called tali più sono di merda, più mi piacciono (da notare che ero arrivata alla stessa conclusione sempre a Birmingham a fine febbraio: e meno male che si dice che perserverare é diabolico!). Nell'ora e mezzo di treno per tornare nella so-called casa Londra, mi sono fatta una bella ramanzina mentale, ripetendomi che non mi mettero' più in certe situazioni e imparero' a chiudere bene le porte o tagliare i rami secchi. Vediamo quanto durano i buoni propositi.
Una cosa positiva c'é stata pero': appena arrivata a casa trafelata, pronta per cambiarmi e tornare al lavoro perché Sottilette mi vuole li', ho trovato il coinquilino più bello del mondo in cucina. Per puntualizzare, non mi stava proprio aspettando, ma si stava letteralmente ingozzando con una pasta riscaldata al micronde, si stava riempiendo la faccia di besciamella e pezzi di bacon. Beh, saro' una pervertita, ma mi sono sentita bene. Mi sono anche rallegrata un po'. Ho addirittura pensato "mmm, quasi quasi é da baciare ora, cosi' tutto, impiastriccitato". Ma non ho potuto: Sottilette mi aspettava...sono filata da lei!

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