mercoledì 19 settembre 2012

Senza chiedersi il perché

Quando sei arrivato, io stavo mangiando. Ti sei seduto al tavolo con me, stanco, dopo aver corso. Ti sei preparato tes spaghettis à la bolognaise e mi hai raggiunto. Io avevo finito, ma sono rimasta lí, accanto a te, su quel tavolo di tre centimetri per due. E poi non abbiamo mai smesso di parlare. Ho lavato i piatti mentre tu pulivi l'angolo cottura, poi mentre tu caricavi la lavatrice, sempre parlando. Alla fine, quando il tuo amico ci ha interrotti, ci siamo separati. Ma prima di salire le scale e tornare in camera, tu mi hai preso il braccio e tirato in cucina. E lí, con quegli occhi che hai, due gocce blu, mi hai sussurato: "questa é stata la migliore serata negli ultimi tre mesi" e io ti ho accarezzato una guancia, come per darti un bacio che non avevo il coraggio di darti. E poi, col sorriso sulla bocca, hai aggiunto: "E non scrivere di me, sono troppo timido, diventerei rosso". Inutile dire che ho dormito stanotte. Profondamente, serenamente. Mentre ti sentivo russare al di là del muro che ci divide. E non mi sono chiesta il perché.

2 commenti:

gio73 ha detto...

molto, molto bello!

Francesca ha detto...

Meno male che c'é lui.