mercoledì 25 aprile 2012

These days

Domani ti chiedero' di portarmi al Belga per la solita Blanche avec un petit morceau de citron. Dopo ti chiedero' di andare al Cobra, a ballare come eravamo abituati, un po' brilli e pieni di ilarità e tu mi riporterai a casa come al solito in bicicletta. Poi andremo a correre fra le papere di Flagey e ci fermeremo per la solita glace chez Capoue. Mangero' une tartelette aux fraises au Pain Quotidien con la mia amica, mi siedero' in una cucina pulitissima dove un'altra amica mi avrai preparato il più buon caffé del mondo e l'ascoltero' dire te l'avevo detto, io avevo un presentimento. Tornero' a ballare per festeggiare la pendaison de cremaillère e so già ora che saro' felice, felicissima. Mi perdero' ancora una volta fra i titoli di Filigranes, andro' a vedere cosa danno al Vendome per segnarmeli sul quadernino che mi porto sempre dietro, camminero' in una Chaussée d'Ixelles strapiena di vita e di persone. Finiro' a comprare chili di thé al Palais des thés, gustandone l'odore e il sapore. Qualcuno mi accompagnerà alla stazione, col cuore piccolo, stretto in un pugno, io diro' la solita frase, quella che recita che la vita é strana e che ti rendi conto del valore delle cose solo quando le perdi. Tutti mi diranno "prends soin de toi, Francesca, tu sais, c'est important". E io rispondero' certo, lo faro', je t'assure, ça va mieux, même si de temps en temps ça fait encore mal. C'est quoi qui fait mal? L'aver dovuto abbandonare tutto, in quindici giorni, 7 anni di vita costruita giorno per giorno, a fatica, ingoiando le lacrime e i sorrisi, facendo a volte il patto con diavolo per poter andare avanti. 7 anni salutati non per scelta mia, ma per scappare via dall'orco del momento. Et ça, mon chéri, c'est ma faute, que ma faute. Ma non é il momento, é controproduttivo, quindi pensiamo a domani, alla prossima volta che rivedremo, alle vacanze che si avvicinano, al prossimo amore o pseudotale. Et à la prochaine, mon cher ami. 

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