lunedì 16 aprile 2012

Sweet about me

Lascia stare, non parlare. Sai, sono stata a letto tre ore in totale e ne ho dormite solo due. Si', é anche colpa tua. Non so cosa ci faccio qui, ma ormai ho preso gusto a vivere cosi', on the spot. Vuoi sapere come sto? ti dico solo che non ho voglia di parlare, non sono in grado. Ieri sera i pensieri non sono andati via neanche con il vino, neanche dopo aver camminato nel buio pesto per tornare a casa. Hai già notato quanto é buia Londra di notte? A me piace molto, mi sembra di scomparire in quel buio, di non esistere. Stamattina mi sono svegliata e ho pensato che alcune volte questa realtà é peggio di un incubo. Eppure io sto bene. Ho un buon lavoro, ho degli amici che mi vogliono bene, che si preoccupano per me, inizio ad avere delle responsabilità al lavoro. E' quello che voglio, sai, ma sto morendo di paura. E' un po' come la vita, fa cosi' paura viverla, no? No, non sto piangendo, mi lacrimano gli occhi in continuazione. Vuoi la verità? penso che mi divertiro' in questo weekend, sarà faboulous, o brillant, usa pure l'aggettivo che preferisci. Pero' io mi sento a pezzi e mi sento cosi' da un po'. Non so neanche perché é iniziata, ma non vivo bene, sopravvivo e ultimamente non faccio altro che scappare. Mi costringo a recitare una parte, mais je m'embrouille, j'ai du mal à cerner la réalité. Scusa, oggi l'inglese non passa, sono troppo stanca, torno al francese, che é stata la lingua della libertà, del sogno che diventa realtà, della realizzazione. No, non voglio niente, mi viene da vomitare, penso sia la stanchezza, penso sia io, penso sia la situazione. Penso che sia perché sono una cretina che se ne sta seduta qui, ma vorrebbe essere altrove. Dove? Magari l'avessi capito, magari lo sapessi.  

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