giovedì 12 aprile 2012

Niebla en el bigote

Lasci Madrid sotto una coltre di nubi. Strano, ti aveva accolto col sole, col caldo. Tre giorni con te stessa, sono volati fra i pensieri, le parole scritte e scambiate, gli incontri fortuiti e cercati. Hai scritto tanto cosi' come hai pensato tanto. Ti sei ripetuta tante volte lascia stare, relarivizza, la vita merita di essere vissuta col sorriso, non saresti stata felice altrimenti. Si, perché sotto sotto sei felice cosi', nella tua libertà, nel tuo non dover rendere conto, nel tuo non dover sopportare nessuno.
Madrid é stata una lunga passeggiata nella tua anima, negli andri più bui dei tuoi silenzi, nell'angoscia della tua insonnia. A Madrid hai guardato al futuro, facendo l'occhiolino al passato, per dirgli lo so che ci sei, ma resta li', perché non so cosa farmene di te, ci sono aspetti che non rientrano in nessuna delle categorie mentali che mi sono costruita in anni di lavoro su me stessa.
Madrid é la pelle di un uomo che graffia, un vaso di vino tinto e un sorriso al Mercado San Miguel, la solitudine e il silenzio dei corridoi della metro, le urla della gente per strada, tradizione che blocca il progresso o che lo fa vivere sotto menzogna.
Madrid é un sogno realizzato dopo quattro anni di attesa, un sogno che sa di indipendenza, coscienza di se stessi e accettazione o quasi della realtà. Madrid fa un po' male, ma mai quanto quello che hai vissuto in passato. Il peggio é andato, archiviato. E il meglio deve ancora venire,a Madrid o altrove.  

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