martedì 10 aprile 2012

Strangers in the night

Me puedo sentar aqui? Tu lo guardi e pensi che non hai voglia di parlare, di fare uno sforzo. Ma non fai in tempo a rispondere che é seduto accanto a te. Non é lontano, non é vicino, ma senti il suo odore, che sa di bucato appena steso. Ti chiede se sei spagnola. Tu rispondi. Lui ti dice lo sapevo sai, una spagnola non avrebbe mai accettato. Tu rispondi un'italiana neanche. E ridete. Quella risata rompe un po' il ghiaccio, apre lo spazio per una condivisione, anche parziale, anche temporanea, anche minima. E poi il tempo va, vola a momenti, una copa de vino finita, una nuova che arriva. Sorrisi, risate, spagnolo a momenti incerto, a momenti fluido. E poi arriva il momento di rientrare, di salutarsi. Camminiamo verso la prossima fermata della metro, incontriamo un vecchio che suono il sassofono. Strangers in the night, potrebbe sembrare un film. Niente di più indicato, niente di più vero. Non so neanche se il nome che mi hai detto é vero, ma so che ti piacciono le empanadas de atun con un vaso de vino tinto. So che Paris é la tua città preferita e che tifi Barcelona. Alla metro lascio le mie scarpette da Cenerentola, torno alla mia realtà. Domani prendero' l'aereo, domani saro' a casa, domani ti avro' dimenticato. O forse usato per quel famoso libro, di cui non ti ho parlato, quello della mia vita, quello delle nostre vite.

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