lunedì 7 novembre 2011

To burden your soul for what you think

Svegliarsi e non capire niente, guardare fuori e vedere che albeggia, mentre maledici di esserti svegliata troppo presto ancora una volta. Stare a letto, nella speranza di addormentarsi e poi alla fine cedere alla lotta che fai con te stessa per dormire, prendere il libro che stai leggendo e pensare "almeno leggo un po'", anche se vorresti solo dormire. Pensare a quelle due braccia che ti servirebbero che dormire, che non sono lontane, ma ti sembra che siano sulla luna. Dirsi che nella vita quello che conta é l'indipendenza e che non puoi dipendere da due braccia, la devi a te stessa questa lotta per la libertà. Scendere in cucina a farsi un thé, sentirsi di un umore pessimo, pensare di non poter affrontare ancora una volta la solita giornata, le solite facce, la solita lotta, ma capire che non puoi fare altrimenti. Fare tardi a proposito, per allontanare il momento, la cortesia dovuta, l'educazione richiesta, da te, tu che se potessi faresti solo una cosa, prenderesti la valigia, per sempre, perché scappare é quello che sai fare meglio. Tu passi la vita a scappare, riempi la tua valigia di pesi, di quello da cui scappi, rapporti incrinati, passato pesante, vecchi amori che non erano neanche amori, rapporti inconcludenti, tempo ed energie perse, occhi e sguardi di chi ha contato e conterà per sempre e scappi via. Ogni volta ti dici che la prossima andrai più lontano, cosi' starai meglio, cosi' non ci sarà modo di pensare.

Ma alla fine, sei sempre seduta su quel divano; non ti muovi. Fai tardi al lavoro, ma non ti muovi. Sai che devi pensare di meno, ma non ti muovi. C'é solo una cosa che fai, sempre: ti nascondi la verità, you burden your soul for what you think.

1 commento:

topogigio ha detto...

non serve andare lontano, la valigia è sempre la stessa, ci sono dentro sempre le stesse cose. Forse bisognerebbe cambiarla...