giovedì 17 novembre 2011

Due mani

Ho letto e le ho sentite arrivare. Le ho sentite pesanti, cariche, pronte a scendere. Le ho rispinte con tutte le mie forze, cosi' come sono brava a fare. Ho saputo fingere benissimo, scherzare con il collega, fare la brillante e la divertente con l'amica. E poi, quando sono stata finalmente sola, ho camminato verso casa e loro sono scese sul mio viso, silenziose e tristi. Ho pianto per te, come sempre. Ho quasi l'impressione che io abbia sempre e solo pianto per te. Ho pianto perché ho scoperto che quel tremore che avevo notato nelle tue mani é una realtà, non un effetto ottico. Ho pianto perché non sei più tu, nel bene e nel male. Ho pianto per la tua cattiveria, con la quale mi hai colpito per anni. Ho pianto per tutto quello che hai fatto per me, per avermi dato una vita agiata e per avermi tramandato grandi ideali e grandi speranze. Ho pianto perché continuo a pensare che non sia giusto aver perso questa occasione, l'occasione unica di averti e riconoscerti come padre e di essere io figlia, amata e stimata. Ho pianto perché ho pensato alla tua vita, misera, triste, piena di menzogne. Ho pianto perché mi sei mancato, perché se potessi vorrei tornare indietro, vorrei tornare a quelle passeggiate che facevamo tanti anni fa, io e te, soli, mano nella mano. Ho pianto perché sei sempre stato il mio modello, il mio faro, il genitore con la lettera maiuscola, un uomo di successo, bello, forte, intelligente, da ammirare e idealizzare. Ho sempre voluto diventare come te, fare quello che hai fatto tu, arrivare lontano come hai fatto tu, io che sono la peggiore delle Elettra. Ho pianto perché non riesco a perdonarti come ha fatto l'altra figlia, io che per anni ho pensato di averti tutto per me, di avere l'esclusiva nel tuo cuore. E alla fine ho capito che ho pianto perché non le posso tenere io quelle mani che tremano, non ti posso accompagnare io, non ti posso guardare in faccia, non ti posso dire "non ti preoccupare, andrà tutto bene", non posso pensare che sei stato eccezionale. Posso solo aspettare, aumentare la distanza, continuare a non a parlarti, a non guardarti e distruggerti, posso solo continuare a distruggere lentamente e smantellare la tua presenza nel mio cuore, nella mia anima.

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