martedì 18 ottobre 2011

Quattro giorni

Quattro giorni andati, impacchettati, vissuti. Quattro giorni senza un pensiero, a parte uno, sempre fisso. Quattro giorni a cercare di riposarsi, con la stanchezza che non ti lascia anche se dormi tredici ore in una sola notte. Quattro giorni di isolamento, cercato, non voluto, non si capisce. Quattro giorni per fare il punto, senza sapere di cosa vuoi fare il punto. Quattro giorni per tornare a casa, se si puo' chiamare cosi' e capire che non hai capito niente e che forse hai fatto un errore di messa a fuoco, l'ennesimo. Quattro giorni col dubbio che forse sarebbe stato meglio andare a Bruxelles e salvare qualcosa che non sai come definire, a sostenere qualcuno che vuoi disperatamente aiutare e non sai se vuole essere aiutato. Quattro giorni a guardare distese d'erba e mare, a farsi schiaffeggiare dal vento, che ti accarezza rispetto ai veri schiaffi che ti sei già presa. Quattro giorni a riprendersi dopo aver visto una foto di qualcuno che non vuoi più vedere, a ripetersi gli sbagli fatti e da fare, a dirsi che quello li' ti ha segnata a fuoco e che ancora non l'hai dimenticato, nonostante tutto. Quattro giorni con un taccuino aperto davanti e una penna, ma nessun pensiero da scrivere. Quattro giorni cosi', volati nello sciacquone dello scarico, che cerchi disperatamente di afferrare con le dita, ma sai che sono già andati. Quattro giorni che si concludono con una serata, di merda direbbero i francesi, a maledire te stessa, il tuo cuore e il tuo cervello. Quattro giorni, cibo disordinato, brufoli nascenti, pensieri sconclusionati e una domanda fissa: "ma la mia vita, dove sta andando?". La risposta la conosci, lo sai, non ti ci volevano questi quattro giorni per capirlo. La risposta é semplice, sei tu alla guida della nave, sai tu quando fermarti e quando accellerare. Sai tu chi far salire per questo giro. Allora siediti e pensa, lascia da parte le tue paturnie e quelle degli altri, rifletti e chiediti: "ma tu, dove vuoi che vada la tua vita?"...risposta non pervenuta, elementare come sempre, ma da far pervenire a breve, per vivere e non sopravvivere.

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