lunedì 10 ottobre 2011

Bruxelles, ma belle

Bruxelles, ma belle. Cosi' mi viene di chiamarti, queste sono le parole che mi salgono alla bocca quando penso a te. Sei stata un'esperienza di crescita, une éducation sentimentale per me. Sei stata la città del cercare di creare, di rinascere, di ricominciare da capo, per dimenticare il passato. E' stato li' che ho capito che i fantasmi non vanno chiusi nell'armadio, ma affrontati, sconfitti, giorno dopo giorno. Sei stata una tazza di assenzio, un lungo respiro durato anni. Me ne sono resa conto tornando a camminare per le tue strade, quelle strade che conosco ad occhi chiusi, ho capito che ho vissuto lunghi anni in apnea, non per costrizione, ma perché non avevo bisogno di respirare. Sei stata la prima città di cui ho imparato i nomi delle strade a memoria, di cui so disegnare la cartina mentalmente, senza esitazioni. Ho vissuto delusioni e illusioni in questi anni, le prime insignificanti rispetto alle seconde. Sei stata la città in cui ho capito che potevo valere qualcosa, in cui ho imparato a mostrarmi per quella che sono veramente. Mi hai insegnato ad aprire il mio cuore, ad ascoltarlo, a non avere paura dei sentimenti. Mi hai aiutato a trovare il coraggio di sedermi di fronte ad un estraneo per raccontare, parlare e lenire le mie ferite e per trovare la forza di perdonare ed andare avanti. Tutto questo l'ho impacchettato e chiuso in dodici metri cubi di spazio, anche se mentalmente l'ho portato con me. Ora aspetto di trasportarlo fisicamente nella mia nuova casa e nella mia nuova vita. Forse un giorno avro' veramente una mia casa, con le mie cornici, i ricordi, i miei utensili da cucina, i soprammobili che ricordano qualcuno e qualcosa, i miei libri, da sfogliare ogni tanto per rileggere una frase. Un giorno tutto questo avrà un posto fisico, un rifugio per loro e per me. Un giorno anche io piantero' le mie rose come quelle trasportate nei vasi dei romanzi dell'Allende, le piantero' in un posto dove decidero' di restare e di costruire in pianta stabile una nuova vita. Forse non sarai tu, Bruxelles, la prescelta, ma non importa. Tu sei stata parte della mia vita, della mia crescita. Non sei un luogo, ma un pezzo di vita, condito di amicizie, amori, risate, cieli grigi e giornate di canicola. Sei stata il passaggio dalla giovinezza alla vita adulta. Non me lo dimentichero', come una zingara, ti portero' dietro, con me, insieme ai miei dodici metri cubi di vita vissuta, assaporata e gustata.

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