domenica 9 ottobre 2011

Contatti

Sfiorare la mano di uno sconosciuto nella metro, perché sei tanto assonnata che fai fatica a stare in piedi. Cercare affannosamente il bottone della sveglia, per restare ancora un po' nella culla calda dei sogni. Frugare nella borsa per cercare la carta d'identità che é il laissez-passer per la tua vecchia vita, nel continente. Sfiorarsi la pelle, alla ricerca intimorita e timida delle rughe nascenti. Sistemarsi gli occhiali sul naso, anche se senza di loro forse vedresti meno confuso e sfocato. Cercare la tua pelle, sentire metaforicamente la tua barba, quasi a ricordarmi mentre mi graffia nel pensiero che esiste sempre la possibilità di risalire. La penna che scrive sul foglio, per codificare e rendere reali i miei sentimenti e mi fa sentire meglio. Salire su un treno, toccare il velluto del sedile, sentire la gioia del tornare, tenendo presente che ora la mia vita é altrove e che devo lasciare andare quella passata. Abbracciare amici, ex-colleghi, vecchi e profondi amori. Guardare te, che sei stato il primo vero amore e capire che abbiamo costruito tanto e che anche se l'amore é tramontato resta un affetto grande e puro. Sfiorare con i polpastrelli ilmio vecchio campanello e notare che senza il mio nome é più bello. Prendere due, dieci, venti vite e metterle a contatto, far nascere amicizie che il tempo non sfiorisce, amori non svelati ma intensi, costretti a trasformarsi in stima e affetto. Entrare in contatto con il proprio cuore, cercare di ascoltarlo e capirlo. Dirgli che c'é ancora tanta strada da fare, battiti da pulsare, lagami da rendere solidi, contatti da stabilire e mantenere. A vita.

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