martedì 4 ottobre 2011

Let the rain come down

Come ho passato questi due ultimi mesi? camminando e pensando, ammirando, scoprendo e sorprendendomi. Sorprendedomi a pensare e trovare bella una nuova realtà, scoprendo posti finti e reali, accomodandomi su divani altrui, virtuali e concreti. Sono i mesi in cui ho scritto di più, in cui il mio cuore ha battutto più forte di prima, mesi di crescita, mi dico fra me e me, ma anche di difficoltà. Ho avuto un paracadute sulle mie spalle, per non farmi male nella caduta. Ho trovato supporto, inaspettato, e affetto che mi ha sorpreso.

Anche stasera ho camminato tanto, ho rimirato un cielo che ti avrei voluto far notare, mi sono fermata su un ponte a guardare il Tamigi, grande, nero, avvolgente. Ho pensato che forse sprofondare li' dentro sarebbe più facile che affrontare ogni giorno questa realtà, con l'insoddisfazione, la frustrazione e il senso di inadeguatezza che mi porto dentro. Ho pensato al sonno che ho perso, insieme ad una vita, che forse non ha niente da rimpiangere con quella che ho ora e che avro'. Ho capito che bisogna sempre andare avanti, guardarsi indietro solo per vedere quanta strada si é fatta. Ho capito che é andata come é andata, che non sono stata una perdente o una debole perché ti ho fatto spadroneggiare quanto e come hai voluto. E' stato solo perché ero troppo stanca e affaticata, avevo troppe pietre sul mio cuore, che mi pesavano, mi opprimevano. Ho parlato e condiviso troppo poco, sono stata troppo fiera di me stessa per chiedere aiuto.

Ora devo accettare tutto questo, digerirlo. Cosi' tornerà anche il sonno e la serenità, l'accettazione di me stessa e sapro' soprattutto godermi quanto ho fatto. Forse sapro' anche accettare di nuovo di amare e essere amata, senza vivere una tragedia emotiva. Sapro' andare su quel ponte, guardare il Tamigi e poi alzare lo sguardo in alto, per rimirare le stelle. Quelle si che saranno accoglienti.

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