martedì 25 ottobre 2011

Desideri, corse e cadute

Stamattina é tornata la pioggia. Mi ha sorpreso, pensavo di poter vivere senza di lei, presa a contemplare il cielo blu e le poche nuvole bianche. Ho sentito la violenza del vento contro i vetri e ho visto le nuvole, scure, minacciose, immobili nel cielo. Mi sono sentita stanca, stanchissima, alla frutta. Ho cercato un motivo per andare avanti, come devo fare quotidianamente. Ho pensato che sarebbe più semplice tornare a letto, fare finta di non essere qui, di non avere un lavoro. Non voglio risolvere problemi impossibili, scadenze improbabili, lamentele e desideri personali. Non voglio fingermi competente, non voglio fingermi interessata: io vorrei qualcosa di diverso, vorrei cambiare il mondo, vorrei la giustizia in terra. La mia utopia si scontra quotidianemente con la realtà, io cammino sette metri da terra e ogni tanto cado e mi faccio male. Sento il dolore fisico, quello della caduta, sento la stanchezza di questa lotta personale che porto avanti da anni, forse da sempre, sento la mancanza di una spalla su cui appoggiarmi e riposarmi. Per dormire ho bisogno di qualcuno che mi faccia dormire, che mi accarezzi la testa mentre prendo sonno. Per andare avanti, ho bisogno di una mano che mi afferri e con forza e dolcezza mi accompagni. Per sopravvivere, ho bisogno di una guida, di un punto di riferimento. Ma oggi, come tutti gli altri giorni, posso solo andare avanti da sola. Il faut s'assumer, ma fille, direbbero i francesi. Eh si, il faut s'assumer, rispondo io. Ma é difficile, é dura andare avanti quando ti senti zoppicare, quando ti fanno male tutte le ossa, quando non vedi la causa e il perché di tutto questo. Ancora una volta, non c'é tempo per pensare. Sei in ritardo, un'altra giornata é già iniziata. Il tempo corre, tu gli corri dietro, come quando il tuo treno parte, proprio mentre tu hai appena salito l'ultimo gradino delle scale. Sai che correre dietro al treno é inutile, eppure il tuo spirito di sopravvivenza ti fa correre verso quel treno che si allontana e che non prenderai mai. Aspetta, ad un certo punto ti stancherai di correre sul binario. O salirai sul treno o andrai a prenderti un thé da qualche parte, per guardare i treni passare, veloci, determinati, con una meta. Quella tu non cel 'hai, ma forse non te ne importerà niente a quel punto. Preferirai solo guardare e riposare, in silenzio, senza battiti del tuo cuore. Anche lui, il tuo cuore, avrà finalemente capito quali sono le regole da seguire.

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