lunedì 30 settembre 2013

Con l'armatura indosso

E' nera la mia rabbia. Di quelle che ti fanno socchiudere gli occhi. Per mirare al meglio e colpire il nemico. Ce l'avessi un nemico davanti agli occhi. O forse dovrei pensare che sono tutti nemici e colpire tutti? Allora, lavoro. Mi concentro sul lavoro. Mangio riunioni, telefonate e presentazioni. Vado, mi impongo. Batto i pugni sul tavolo a volte e dico "no, questo cosi io non lo faccio". Dico "aprite gli occhi". Mi arriverà prima o poi una porta in faccia, ne sono sicura. Mais je n'ai pas le temps de marchander. C'é solo un'opzione. Fare il carro armato. 
Pero', scusate, io ho sempre voluto la pace. Io ho sempre detto "facciamo l'amore, non la guerra". E ora sono qui, completamente armata, pronta a combattere contro non so neanche io chi. Contro i miei sogni infranti. Sogni che sono stati distrutti uno ad uno. Aspettative, illusioni. Se non fossi credente, direi che qualcuno dovrebbe pagare. Ma non sarebbe una sola persona. E non é con la sofferenza altrui che potrei lenire le mie ferite. Allora la soluzione é una sola: andare avanti. Anche a tentoni. Anche col sangue che cola. Anche con tutta questa rabbia addosso. Senza pensare a cosa pensate voi. A voi tutti che dormite sereni e felici. Tornate a casa, vi andate a fare una pinta, uscite con una nuova ragazza. Io il tempo ora non ce l'ho. Io ora devo combattere. Forse contro me stessa. Contro quella che si é fatta illudere. Contro quella che ci ha creduto. Eppure ero convinta di averla annientata quella Francesca. E cavoli, mi sbagliavo. Di grosso.

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