martedì 3 settembre 2013

Niente di più, je ne veux rien de plus

Lui arriva puntualissimo. E' sempre un uomo e sa che ha qualcosa da farsi perdonare. Lo sa anche se io ho taciuto per giorni sull'argomento. L'ho evitato, nascosto, solo parzialmente dimenticato. Arriva anche col suo più bel sorriso, la sua pelle morbida e il suo profumo buono. E nasconde dietro la schiena un mazzo di fiori, un po' da manuale, ma sotto sotto, estremamente gradito. Arriva e io chiudo il mondo. Lo circoscrivo a noi due. A noi due, un piatto di carbonara da spartirsi nella mia solita cucina non proprio pulita, sorrisi a gogo, chiacchere e baci, dolci, sussurrati. Poi questo omino da favola se ne va, corre a prendere l'ultimo tubo per l'ovest, e io resto li', a casa mia, a guardare il soffitto, rapita, persa, sognante. Tutti dormono, la casa é assorbita nel silenzio completo e io ripenso a lui, a noi, a io che dico "siamo solo all'inizio" e lui che mi risponde, sorridendo, "tra tre mesi dobbiamo iniziare ad insultarci?", io che freno, io che esito per paura, lui che abbatte le mie paure una ad una, a colpi di sorrisi e baci.  C'est bon, tu as gagné. Je ne veux rien de plus. Je ne peux pas. 

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