lunedì 23 settembre 2013

Bienvenue insomnie!

E' tornata puntuale. Lo sapevo. Benvenuta insonnia. Ben ritrovata. Ho chiuso gli occhi alle 01.30. Li ho riaperti sotto la benda nera alle 5.00. J'ai grogné. 3 ore e mezza di sonno, quando davanti hai una giornata niente male. L'incontro con la delegazione italiana sul labelling, come se tu fossi un'esperta. La lezione agli studenti, sull'euro, come se tu fossi un'esperta. Il report da scrivere. I colleghi da sopportare. La coinquilina scema (sorry, é un terribile giudizio, ma a volte ci vuole) à avaler. Come si fa? Si fa. Non c'é altra risposta.  J'endure. Tertium non datur. Almeno avessi una seconda scelta. Almeno potessi avere un interruttore del cervello e del cuore. Un posto dove mettere tutto quello che non voglio, tutto quello che fa male. No, non ce l'ho.
Alle sette del mattino scendo in cucina. Apro il frigo e lo vedo. Apro il rubinetto e rovescio il contenuto di una bottiglia quasi intera di succo di arancia. L'avevo comprato per te, per festeggiare il tuo ritorno dall'America. Ne abbiamo bevuto un bicchiere e mezzo in due. Il resto é finito, ormai pieno di grumi, nello scarico del lavabo in cucina.
Come dice la mia amica: a Londra le storie finiscono cosi'. Con i messaggi del giorno dopo, delle 5 del mattino, che suonano "the test is negative (vai tranquillo per la tua strada)", con le bottiglie di vino o succo di arancia da svuotare nel lavandino, con l'insonnia che torna, con nuovi numeri da salvare nella memoria del cellulare per nuovi incontri. Che poi seguono sempre la stessa strada. Sinceramente, no grazie. Sinceramente, mi tengo l'insonnia. Mi tengo la bocca storta. Mi tengo l'assenza di stomaco. La pancia che gorgoglia. Mi tengo gli italiani industriali ricchi, da intortare col labelling. Gli studenti che non sanno neanche che la Norvegia non é nell'UE. E saluto la mia amica, si, la mia amica insonnia. Bentornata, si, bentornata a farmi compagnia. Tu ci sei sempre. Tu non mi abbandoni mai. Ah, che ironia della sorte!  

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