mercoledì 3 aprile 2013

Passeggiare allegramente sul precipizio

La testa come un pallone. Il cuore a palla. Le ondine dei tuoi capelli. La gioia di rivedersi, notata sul tuo viso. Il tuo odore nel mio naso. Svegliarsi alle 5 del mattino e ritrovarsi insieme, perché nessuno dei due dorme piú, con la scusa "mi hai svegliato tu, no sei stata tu ad accendere la luce". Guardare l'alba insieme, sapendo che forse non ci ricapita. La sensazione netta di essere una bomba ad orologeria, un biglietto aereo da prendere senza ritorno, collane di dubbi da indossare quotidianamente sul nostro futuro, insieme o separati. Vivere ogni giorno come fosse l'ultimo, perché nessuno dei due sa quanto resterai nella mia vita. E poi pensare ma chi se ne frega, vivi il momento, anche se ti senti come una mozzarella con la data di scadenza sopra, si, una storia con la data di scadenza, non conosciuta, ma certa. Forse era per questo che oggi non facevo altro che perdere l'equilibrio su mie tacchi di tre centimentri. Perdevo l'equilibrio perché questo sentimento mi spiazza, mi turba, mi fa gioire, ma mi fa una paura nera. E' proprio come camminare su un precipizio con un tacco dodici. Si, per una come me che al massimo porta un tacco tre. Ecco, ci cado subito nel precipizio. Non ne ho dubbi.

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