martedì 30 aprile 2013

Tempo per vivere. Non per sopravvivere.

Ho trovato la porta aperta, come se qualcuno fosse entrato a rubare. L'ho preso come un segno, io, fatalista. Ti ho trovato seduto in cucina. Perso. Si, ho visto lo sguardo e ho visto le mani fra i capelli. Fra quei capelli sempre perfetti. Ti ho visto venirmi incontro ed abbracciarmi, quasi per trovare un attimo di sollievo e un appoggio. Quello che mi hai detto non mi é piaciuto. Avrei preferito altro. Ma ho capito. Come se la vita andasse con scadenze, ti ho detto "ti do' 5 giorni di tempo, di piú non posso". Si vive anche in un'altra casa, in un altro paese, con altre persone accanto. La vita va avanti, con chi ti sta accanto e con chi é sempre assente. Con chi non ti vuole stare accanto e con chi non puó starti accanto. Porte, si, una marea di porte che si aprono e si chiudono. Alcune che fanno male, che ti colpiscono in pieno viso e ti lasciano una cicatrice profonda. Altre che ti sollevano da pesi che ti porti dietro, per sensi di colpa inspiegabili e pesantezza passata e futura.
Ho passato giorni di sole. Ho passato giorni di chiacchere prima di tornare. Ho passato giorni di silenzio con te, pesanti. Ho passato giorni con l'amica, leggeri e spensierati. Ho passato giorni nel mio paese. Ma non era il mio paese. Sono scesa dicendo "l'Italia é una", proclamandolo ad alta voce, brandendolo come se brandessi il tricolore nelle mie mani. Sono ripartita triste, malinconica per aver constatato che non é cosí. Non lo é. No. Purtroppo.
Sono tornata e ho scritto un'e-mail. Per informare. Non per chiedere. Solo per dire: ecco, io ho deciso che se é cosí, io vado. Ho sentito le lacrime agli occhi. Ho sentito il cuore spezzarsi, ancora. Non c'é niente di certo, ma sarebbe la prima volta che lascerei perché mi sento sconfitta. Sono due anni che combatto. Contro i mulini a vento. Sono due anni che sono stufa. Sono due anni che vegeto, non vivo. Sopravvivo, lo dico sempre. Penso sia troppo presto per sopravvivere. Penso non ci sia mai tempo per sopravvivere. C'é tempo solo per vivere. Anche se significa andare lontano e perdersi (solo per un po' forse).

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