giovedì 25 aprile 2013

London skies

Non c'era la musica. Non faceva nemmeno proprio caldo. C'era la solita folla londinese. Quella che ti fa pensare "ma perché non se ne stanno tutti a casa?". C'era l'odore del Tamigi. Quello che tu conosci molto bene. Quello delle passeggiate notturne. C'era il tuo amico che ti raccontava, che ti stringeva. C'era un profumo di cucina. Si, di cucine diverse. Di cibo indiano che si mescola con la pizza italiana e le crepes francesi. E tu avevi fame, una fame atavica. Lo ascoltavi il tuo amico. E guardavi i bambini che a piedi scalzi giocavano sulle sponde del Tamigi. Rabbrividivi. Ma poi lanciavi uno aguardo a Saint Paul. E ti veniva meno il fiato, come sempre in quel punto. Londra, ti toglie il fiato. Ti stanca. Ti ruba energie e preziose ore di sonno. Ma ti da' cose che nessun'altra città ti ha mai dato. Ti ha insegnato a perdersi nel cielo. Ti ha insegnato a correre per perdonare. Ti ha insegnato a mandare giú qualche boccone amaro. Will you let me romanticize the beaty in our London skies? You know the sunlight always shines under the clouds of London skies. Di questo, ne sono certa.

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