venerdì 12 aprile 2013

L'essenziale

Per scrivere bisogna avere la testa. E io in questa settimana l'ho persa. Non so dove fosse, forse rimaneva tutto il santo giorno al lavoro, delicatamente appoggiata sulla scrivania, forse era fra le mie preoccupazioni e non riusciva ad uscirne, forse era persa nel sonno profondo che mi ha colpito ogni sera, forse fra i miei bronci (perché sí, anche io nonostante l'età che avanza, metto il broncio). E' stata una settimana pesante, di corse, di impegni lavorativi e non, di recriminazioni accennate. E' stata la settimana della nostra guerra fredda, mia e tua, del cerchiamo di evitarci che é meglio, della mia fronte che si corruga e dei tuoi occhi che mi evitano, della ricerca della distensione per evitare una tutta nostra guerra nucleare. Non ne siamo fuori, ma ieri ho avuto dei segni. Mentre mi perdevo nella City, come al solito in ritardo, e mentre cercavo questo benedetto bar che non trovavo, ho letto un cartello che diceva "where are you going?". Ho sospirato e sussurato "eh, se lo sapessi". E un tipo mi si é avvicinato e mi ha lasciato un volantino con scritto a caratteri cubitali "l'amore colpisce". Ecco, l'ho presa come una risposta. Io sto andando dove l'amore colpisce. Provo a crederci, provo a dare fiducia, provo a vedere cosa succede.
Concludo che poi dopo questa lunga e profonda riflessione (forse piú profonda che lunga) mi sono ritrovata in un bar con una musica fortissima, in cui tutto costava almeno 15 sterline e in cui all'entrata mi hanno messo al collo una collana hawaiana e guardata come un'aliena quando ho detto "no, grazie, faccio anche senza". E ho perso l'uso di un timpano per il rumore.
Ma diciano che facciamo finta di niente e "torno a te che sei per me l'essenziale".   

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