mercoledì 14 marzo 2012

Il giorno piú lungo

Un anno fa, oggi ti sei svegliata e sei andata a lavorare. Un anno fa, avevi un macigno sul cuore, te lo ricordi. Un anno fa, oggi hai vissuto quello che tu hai chiamato il giorno piú lungo. Hai concluso le ultime cose, chiuso gli ultimi dossier. Hai preparato l'ultima IF per una riunione a cui tu non avresti partecipato. Hai organizzato una festa, hai abbracciato tante persone, che in quegli anni ti hanno dimostrato stima e affetto. Hai ringraziato chi ha creduto in te, chi ti ha sempre detto per me sei come mia figlia, chi ti ha tolto il sorriso dalla bocca e che hai perdonato, perché ha saputo farti ridere tante altre volte. Hai brindato ad un arrivederci, che aveva il sapore di addio e hai preso l'ultima volta l'ascensore dal decimo piano per tornare alla realtá, alla vita reale. Sei uscita per un'ultima volta, te lo ricordi, dalla porta girevole e hai camminato verso casa. Hai fatto quel numero di telefono e hai condiviso quel momento. Ti ricordi le tue parole, ti ricordi che hai ripetuto tante volte non é giusto, ti ricordi che ti dicevi che eri stata fortunata, che ti sei costruita qualcosa, che ne hai fatta di strada. Ti sei detta che bello aver incontrato qualcuno che ha creduto nel mio futuro, qualcuno che mi ha messo in mano un plico di fogli e mi ha detto fammi tutte le domande che vuoi, la mia porta per te é sempre aperta. Hai pianto mentre tornavi a casa, per la tristezza del distacco e per la gioia di quello che avevi ricevuto. Un anno dopo ti guardi indietro e fai l'elenco di cosa é cambiato: un nuovo lavoro, una nuova cittá, una nuova casa, anche se forse temporanea, poche certezze, gli stessi cari amici con nuovi affetti, una maggiore conoscenza di te, 60 pacchi rispediti in Italia, una storia di creduto e pensato e mal stimato amore finita, una serie di sbagli, nuove certezze all'orizzonte, un fegato ingrossato dall'amaro della vita e dall'alcool e poi le speranze, la speranza che é rimasta in te, che ti fa alzare ogni mattina, che ti fa perdonare chi non vorresti perdonare, che ti fa accettare te stessa e la vita. Pensando, riflettendo, valutando, non é andata male. Non é andata male perché ancora oggi il motore della tua vita sono i tuoi rapporti umani, sono le persone che incontri, sono le relazioni che intrecci. Belle e brutte che siano. E quelle non cambiano. Quelle restano.

Nessun commento: