mercoledì 14 agosto 2013

Tu as raison, ça ira

Noi abbiamo un problema: la tempistica. Ieri sera, tutto é stato perfetto. Tu eri sempre bello, il tuo ciuffo dritto come doveva, la barba leggermente cresciuta, di quella che punge e graffia al punto giusto. Tu eri sempre brillante, divertente, con due occhi da sognatore, che mi sono sempre piaciuti e mi piacciono ancora. Io ero a mio agio, avevo messo tutto bene in chiaro, dentro e fuori di me. Il ristorantino a Islington dove mangiare solo ed esclusivamente verdure poteva essere un po' squallido, ma nel complesso, era anche romantico. Cosi come la bottiglia di acqua naturale che abbiamo condiviso. Poteva sembrare champagne a momenti. Tu non hai staccato le tue gambe un secondo dalle mie, sotto il tavolo. Io non le ho spostate. Quella leggera pressione non mi dava fastidio, anzi. Lo stesso nella metro, quando non si sa come, abbiamo finito per toccarci ancora per sbaglio e nessuno dei due si é ritratto. Abbiamo lasciato le mani dov'erano. La colazione di stamani é stata pure bonheur, sembrava che tu fossi sempre stato seduto al tavolo della mia cucina. Addirittura, sembrava che tu vivessi lí quando ti ho salutato con la mano, mentre andavo a lavorare e la tua testa spuntava dalla mia porta. 
Peccato che siamo fuori tempo. Peccato che non ci siamo capiti quando ci dovevamo capire. Peccato che non abbiamo voluto, saputo, gestito bene la situazione. Io stasera abbracceró un altro uomo, appoggeró la testa sulla sua spalla, annusseró il suo collo profumato, accetteró i suoi baci e le sue carezze. Noi, restiamo cosí. Amici. Tu as raison, ça ira.  

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