venerdì 2 agosto 2013

New York New York

Cosa mi ricordo? lo stordimento. Il depaysement, dicono i francesi, l'estranamento, dicono gli italiani. Una giornata durata 30 ore, la prima. Una 18, l'ultima. Mi ricordo un accento diverso, difficile da capire. Mi ricordo il cielo invisibile fra i grattacieli. Ricordo anche i segni di una società che sí definisce multietnica, ma che poi blocca, chiude, segrega in base al colore della pelle e alla lingua che parli. Mi ricordo il verde del parco, il fresco del parco. I suoi luoghi preziosi. Mi ricordo la calura del Village, temperata dalle scalette di fronte ai portoni, dove sedersi e pensare. Mi ricordo la gente un po' folle, che fa tutto quello che sente e che vuole. Voglio danzare: ballo. Voglio cantare: canto. Voglio camminare sulle mani: cammino. Mi ricordo panchine su cui sedersi nel verde fra i grattacieli, bevande zuccherose, vagoni della metro gelati e carte difficili da decifrare. Mi ricordo la stupore davanti a quadri visti solo nei libri d'arte, elefanti imbalsamati e dinosauri ritrovati. Mi ricordo l'odore delle banconote verdi che sfiorano le mie mani. Mi ricordo un lungo viaggio di ritorno e lo stordimento completo, estenuante. Ancora una volta. Ma questa volta nel mio paese. 

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