lunedì 13 maggio 2013

Never say sorry

Mi sono seduta accanto a te. Tu mi hai raccontato la tua storia. Lentamente, parola per parola. Una storia lontana nel tempo, che risale a tanti anni fa. Una storia che ha le rughe, un po' per il tempo che é passato, un po' per la tristezza che ti ha lasciato. Una storia di delusione, di un amore deluso, forse anche calpestato. Una storia di desideri, di sogni, di un futuro insieme, che poi non si é realizzato. 
Ho ascoltato, ho guardato i tuoi occhi e le tue mani. Ho visto che il dolore é passato, ma ha lasciato cicatrici a momenti impercettibili, ma sempre presenti. Ho pensato che tu abbia condito il tutto con un po' di melodramma, come ti piace fare. Ma ho anche capito che quello che dicevi era vero. Era sentito. Era vita. 
Mentre parlavi mi hai detto questa frase "it's pointless to say I'm sorry in this situation. This is just for you, because you don't want to feel that you're guilty". E' la seconda volta che qualcuno mi dice che é inutile chiedere scusa. Inutile quando sai che hai calpestato e devastato i sogni dell'altro. I suoi sentimenti. In un certo senso, la sua vita. Lo hai fatto, forse non con coscienza, ma l'hai fatto. Io stessa mi chiedo se si possa agire cosí, senza coscienza. Si, si puó. Ma sarebbe il segno di una grande svista, sarebbe il segno di un grande gesto di egoismo, forse troppo grande per essere dimenticato con un semplice "I'm sorry".

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