lunedì 3 giugno 2013

La rivisitazione della little romance

Sono stanca. Sono distrutta. Sono durissima con tutti. Sono a momenti spietata. Oggi, ad un pranzo di lavoro, non ne ho fatta passare una al mio interlocutore. In francese dicono "faire du tac au tac". Non solo l'ho fatto, ma l'ho lasciato senza parole. Ho argomentato, ho spiegato il perché delle mie risposte secche. Del mio non voler scendere a compromessi. Stasera ho acceso la radio e é partita la nostra canzone. O meglio quella che io ho deciso essere la nostra canzone. "Can I have this chance to be your little romance?". Mi ricordo i mesi invernali, il cuore che batteva. Mi ricordo che era in un mood for a little romance. E ce l'ho anche avuta. Prima che arrivasse il tuo desiderio di andare via. Prima che tu facessi scelte insensate o che io ho ritenute tali. Prima che io perdessi quello che avevo sognato, sperato. Ora, é andata. Ora, cerco di non pensare. Ora non conto neanche piú i giorni. E' triste, mio caro, ma succede. Londra non é una città per amare. Te l'ho detto tante volte. Me lo dicevi anche tu. Londra é una città per crescere, quello si, per ispessirsi, direi, farsi venire la pelle spessa e insensibile. Col cuore molle, peró. Si, io il cuore ce l'ho sempre. Batte sempre. Vorrebbe di nuovo la sua little romance. Ma forse con qualcun'altro. Anche se ora scegli di essere spietato. Razionale. Chiuso in un quadrato con le pareti nere. Bel risultato, eh? Non sei solo tu, tranquillo. Quelli prima non hanno fatto meglio. Le relazioni umane hanno prodotto questo. Fammi arrabbiare, fammi sentire tradita, fammi sfogare cosí. Fammi diventare una Francesca diversa. Fredda, dura, spietata. Due anni a Londra sono bastati a produrre questo. Forse é arrivato il tempo di tirare fuori di nuovo la valigia. Questa volta, la mia.

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