giovedì 7 giugno 2012

Breaking my fall

Ne sai una più del diavolo, tu. Ti svegli alle 5 del mattino, anche il giorno del tuo compleanno, dopo essere andata a letto alle 2, perché non avevi sonno. Ti svegli nonostante le tende oscuranti, perché ti senti il cuore battere, il cervello macinare i pensieri e ripetersi la presentazione di oggi nella testa. Come sempre, alle 7.20 arriva il messaggio di tua madre e ti commuovi un po' per quello che ti scrive, per quell'augurio di avere la gioia di vivere sempre con te. E tu le rispondi che in questi anni non sei mai stata delusa dalla vita, sei caduta, ma la vita stessa ti ha sempre dato la forza di rialzarti. Non sei mai stata sola, c'é sempre stato vicino a te qualcuno che ti ha preso per mano, ti ha stretto fra le sue braccia come ha fatto tua madre alle 7.20 di quell'8 giugno e ti ha accompagnato fra i sentieri delle sfide quotidiane.
Finisci in cucina, ti preoccupi perché il thé des sources blanc sta finendo e ti serve alla mattina per carburare. Finisci quello stramaledetto report, dai uno sguardo alla presentazione, conti i colleghi sulle punta delle dita per vedere quanti muffins portare, ricordandosi di evitare quelli ai mirtilli perché a qualcuno non piacciono. La tua amica ti fa un bellissimo regalo comprandosi un biglietto per venire a trovarti, quelli che contano ti scrivono messaggi pieni di affetto e ti prepari ad affrontare un'altra lunga giornata.
Et voilà, c'est fait, direbbero i tuoi amici francesi. E come dice quella canzone: "avrai cento ponti da passare e far suonare la ringhiera, avrai un lavoro da sudare, avrai ricordi, ombrelli e chiavi da scordare, e avrai discorsi chiusi dentro e mani che frugano le tasche della vita. Avrai il tuo tempo per andar lontano, dimenticherai camminando e ti fermerai sognando".   

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